Le aziende del Consorzio dei Vini di Gioia del Colle al Vinitaly
di ANTONELLA CAMPAGNA – Si sono appena spenti i riflettori sull’ edizione 2022 di Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati, dove hanno brillato le eccellenze del comparto vitivinicolo. Anche il Sindaco, Giovanni Mastrangelo, si è recato a Verona per sottolineare la vicinanza dell’Amministrazione ai numerosi imprenditori del nostro territorio presenti in fiera, dimostrando sul campo la necessità di rafforzare l’alleanza tra Consorzio Vini Dop di Gioia del Colle e istituzioni.
Ed è proprio grazie al Direttore del Consorzio, Vincenzo Verrastro, Dottore Agronomo e Dottore di ricerca con tesi di dottorato sulle caratteristiche distintive del vino Primitivo DOC “Gioia del Colle”, che possiamo conoscere meglio questa realtà. Dunque:
Come sta reagendo il mercato nazionale ed internazionale ai vini del nostro territorio?
“Direi splendidamente. Da circa 6 anni il Primitivo è in grande evidenza come vitigno che oramai ha assunto il ruolo dei grandi vitigni internazionali nonché il pregio. In questo contesto la DOP ”Gioia del Colle” si è da sempre caratterizzata come una tipologia diversa dal resto degli stessi vini regionali , per la caratteristiche uniche che il territorio è in grado di avere sui vini finiti. Il “terroir” fatto di clima, vitigno, caratteristiche del suolo e opera dei produttori rendono il vino diverso per caratteristiche sensoriali e quantitative. Il vino pur sempre di alta gradazione riesce ad avere una ottima bevibilità ed una sua propria lunghezza e piacevolezza dati dall’altitudine a dalle caratteristiche distintive uniche.
Quali sono i mercati internazionali più interessati al nostro prodotto?
“Sicuramente i grandi numeri si fanno in Paesi non europei di vecchia e giovane tradizione enologica. Tra gli storici si parla sicuramente di Stati Uniti, tra gli emergenti la Cina. Attualmente comunque il vino Dop ”Gioia del Colle” è presente in più di 40 mercati (stati ) diversi nel mondo”.
In cosa sta investendo il consorzio?
“Il Consorzio “investe” nei campi più consoni al suo compito che è quello di fornire servizi ai suoi soci e garantire la qualità al consumatore. È in corso di presentazione una revisione aggiornata del Disciplinare di produzione che manterrà la tradizione del Primitivo al 100% sia nella versione Base che nella versione Riserva ma con un occhio alle innovazione e ai mercati internazionali”.
Il vino di Gioia del Colle in cosa rispecchia il territorio?
“Lo rispecchia nelle sue caratteristiche più salienti e cioè suolo (argilloso prevalentemente), nell’altitudine media sui 350 metri s.l.m., nelle condizioni climatiche prevalenti con venti dominanti con natura di brezza nei momenti di maturazione più importanti, nella componente minerale percepibile nell’assaggio e nelle escursioni giorno/notte che facilitano un processo di maturazione più uniforme dell’uva. Altra cosa non quantificabile è la capacità di vinificazione e piacevolezza dei diversi produttori che hanno sempre a disposizione una materia prima di altissimo livello che possono adattare al gusto con cui presentare il vino sul mercato”.
Sono note le buone performances dei rossi e dei rosati, cosa si può sperare per i bianchi?
“La modifica del disciplinare riguarderà anche i bianchi DOP che avranno una base produttiva differente”.
A suo parere il territorio può scommettere su enoturismo e competitività?
“Si è già scommesso da tempo sulle due componenti attraverso ospitalità in cantina che è già un fatto per le aziende più rappresentative della denominazione attraverso punti vendita e degustativi e/o strutture ricettive. La competitività è data dal fatto che le aziende diversificano sempre più le loro produzioni (vedi bollicine) e dal fatto che molti gruppi importanti stanno investendo in nuove aziende sul territorio”.