Vittorio Farella: «Discarica Martucci, non v’è più convenienza a riaprire»
In una nota, il dott. Vittorio Farella, Presidente dell’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci” afferma: «La notizia che aspettavamo da tempo è arrivata! Finalmente, dopo oltre un anno dalla sua presentazione, conosciamo l’esito del ricorso amministrativo proposto dalla Progetto Gestione Bacino Ba 5 contro la Regione Puglia per l’annullamento degli atti amministrativi riguardanti il noto caso della rifunzionalizzazione delle vasche di servizio e soccorso in contrada Martucci».
Farella prosegue: «Sono state infatti depositate, assieme all’esito di rigetto totale delle istanze invocate, le motivazioni del diniego. Certamente è una sentenza che fa gioco al nostro interesse di non riapertura. Davvero una chiara ed inequivocabile sentenza. Un rigetto ben motivato che stronca ogni pretesa dei gestori dell’impianto, ai quali ora non resterebbe altro che metter mano al portafoglio per l’oneroso intervento di sostanziale rifacimento della vasca A (della B ormai si sono perse le tracce, perché richiede un ulteriore operazione preliminare, ossia lo svuotamento dai rifiuti già abbancati e la sua bonifica, prima del rifacimento), secondo le indicazioni prospettate dal consulente tecnico d’ufficio nel processo penale, ing. Boeri».
Afferma Farella: «Tra il ricorso principale depositato, che impugnava tre atti di distinti uffici della Regione Puglia, che fornivano l’indicazione del corretto procedimento da seguirsi per la riattivazione dell’impianto della discarica (ovvero la sostituzione di parti strutturali dell’opera quali le sponde e il fondo della discarica, per le criticità riscontrate nel processo, che richiedono particolare attenzione nella valutazione degli interventi da realizzarsi per adeguare la vasca A) e due motivi aggiunti a fine luglio del 2021, con relativa richiesta di sospensiva cautelare, sono state ben otto le censure sulle quali il TAR si è espresso».
Continua Farella: «Ma vediamo i tratti essenziali di questa sentenza. Innanzitutto il TAR rileva che l’impianto di discarica in questione è stato autorizzato con decreto del Commissario delegato per l’emergenza e che è stato emanato secondo procedure emergenziali, e non ha subito i successivi riesami ed essendo trascorsi oltre dieci anni dall’autorizzazione concessa sono sopraggiunti aggiornamenti delle norme tecniche di settore, ma soprattutto che gli interventi proposti non rientrano nella semplice manutenzione bensì sono da ritenersi modifiche sostanziali».
Continua il presidente: «Pertanto non ricorrono le condizioni per accedere al procedimento semplificato richiesto dai gestori, non configurandosi come semplice miglioramento, ma sono interventi di messa in sicurezza, dunque opere necessarie per la messa in sicurezza dell’invaso. Infatti, proclama il Giudice di merito, la sovrapposizione sulla barriera mineraria esistente della stratificazione proposta con il progetto presentato dal gestore non costituisce miglioria ma un’alternativa tecnicamente e normativamente non condivisibile. Per questo motivo sancisce: il ricorso e i due motivi aggiunti proposti sono infondati».
Spiega Farella: «La conclusione è inequivocabile: Il ricorso ed entrambi i motivi aggiunti, per le motivazioni sopra esposte, vanno respinti, avendo la regione, nella discrezionalità che le compete, correttamente qualificato le opere da realizzarsi come “modifica sostanziale».
In conclusione Farella: «Questo il sunto della sentenza. Ed ora, però, il pasticcio si fa più grande. Come se ne esce se la Progetto Gestione Bacino Ba 5, com’è facilmente intuibile, non si adegua per mancanza di convenienza economica? Davvero si può ancora attendere i tempi di una eventuale ricusazione, mercé revoca contrattuale, con relativi poteri sostitutivi pubblici, che ci porterebbero, per la certa opposizione dei gestori, a ridosso, se non oltre, la data prevista per la chiusura definitiva di Martucci, cioè il 2025?
Suvvia, non si perda ulteriore tempo e si vada immediatamente alla definizione di un nuovo sito alternativo, come chiediamo ormai da due anni. Ne va, a nostro sommesso giudizio, una probabile ed eventuale nuova emergenza rifiuti».