Fasano, la cittadinanza onoraria e una piazza in memoria del Milite Ignoto
La cittadinanza onoraria e l’intitolazione della piazza nei pressi della caserma dei carabinieri recentemente riqualificata con area a verde e giostrine per bambini. Un luogo che saprà di memoria e di futuro allo stesso tempo, dove le nuove generazioni cresceranno nel rispetto della storia e delle istituzioni.
Fasano celebra il milite ignoto per onorare, attraverso il soldato simbolo dei caduti di tutte le guerre, tutti i figli che hanno dato la vita per la patria.
La cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria si è poi conclusa a Palazzo di Città con il consiglio monotematico.
Al Milite Ignoto, inoltre, sarà intitolata la piazza a due passi dalla caserma dei carabinieri. Una scelta non casuale per celebrare il valore di chi ogni giorno lavora a difesa dei cittadini.
«Siamo tutti militi ignoti – ha detto il sindaco Francesco Zaccaria nel suo discorso –. Parti di una milizia che si chiama genere umano e che reclama a gran voce il diritto a un’esistenza serena, pur consapevole che è necessario un impegno, talora un sacrificio, quotidiano perché ognuno, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, abbia dignità sociale e uguaglianza di fronte alla legge. Ignoti, l’uno rispetto all’altro, ma solo fino al momento in cui si percepisce il vero valore dell’esistenza, lo stare insieme.
Cent’anni fa, il sogno della Repubblica appariva ancora sfumato. I pesanti strascichi della prima guerra, interrotta dal secondo doloroso conflitto mondiale, non lasciavano intravedere altro che il dolore di tante giovani vite spezzate, di famiglie distrutte e destinate alla miseria, di una realtà territoriale divisa. Fu il viaggio per lo Stivale di uno sconosciuto soldato privo di nome a far rifulgere l’idea che l’Italia potesse diventare davvero una e indivisibile.
Cent’anni fa, l’immagine delle Forze Armate, dei rappresentanti degli Enti territoriali e delle professioni sociosanitarie del Comune, schierati come una milizia durante gli onori alla Repubblica italiana tenutisi il 2 giugno, sarebbe stata solo miraggio.
Con il nuovo secolo, pensavamo di esserci lasciati finalmente alle spalle lutti e conflitti, gli egoismi, i rigurgiti nazionalisti, per entrare in un’era di pace e di tranquillità, di benessere diffuso e di crescita.
La costruzione dell’unità europea avrebbe dovuto significare l’abbattimento dei confini nazionali e la creazione di un’area comune dove poter viaggiare, studiare e lavorare liberamente.
Purtroppo, non è ancora così. Si è tornati a parlare di confini e di muri. La guerra è tornata prepotentemente a bussare alle nostre porte con il suo corredo di lutti, di esodi, di lacrime.
Le tragedie del passato hanno afferrato il presente e le lancette dell’umanità sembrano scorrere al contrario.
Oggi siamo tutti militi, quando per trecentosessantacinque giorni l’anno profondiamo il nostro impegno, ognuno in base alle proprie capacità e alle proprie inclinazioni, per il bene comune. Il doloroso percorso dell’emergenza sanitaria, terminato da pochi mesi, rende efficacemente il senso di un periodo in cui il forzato isolamento ha lasciato il passo a una brulicante e coinvolgente impresa di salvataggio collettivo in nome della vita di tutti e del diritto a un’esistenza serena».
Per suggellare concretamente il conferimento della cittadinanza il sindaco ha consegnato al Comandante del 2°Gr.A.I. Ten. Col. AAran Gabriele Tarantino la targa commemorativa dell’evento, a suggello della gratitudine della Città intera ai caduti di tutte le guerre, a tutti i caduti civili e alle loro famiglie, che hanno sofferto e non hanno avuto il conforto di poter piangere il corpo dei propri cari.
Perché, ha ribadito il primo cittadino, «Il milite ignoto è un Figlio dell’Italia che dovrebbe ispirare ognuno di noi allorquando, nel tragitto della vita, si tende a smarrire il senso dell’esistenza».
Il presidente del Consiglio Vittorio Fanelli ha ricordato storicamente la figura del Milite Ignoto sottolineando come «Con questa scelta anche Fasano vuole ricordare le vittime di tutte le guerre, da quelle passate a quelle purtroppo in corso in questi giorni. Con questo gesto noi, oltre a ricordare un momento toccante della nostra storia nazionale, vogliamo ribadire il nostro netto no alla guerra, alla violenza, all’odio, per ricercare sempre la pace e la fratellanza tra i popoli, esprimendo la nostra riconoscenza per quel figlio d’Italia divenuto simbolo di tutti quei figli periti nelle atrocità delle guerre del novecento».