Castellana Grotte, dalla ricerca un approccio terapeutico molecolare futuribile per la cura della Rettocolite Ulcerosa
Un piccolo frammento di RNA, miRNA-195-5p, scarsamente presente nei pazienti con Rettocolite Ulcerosa, è in grado di inibire la produzione di una proteina, Claudina-2, responsabile della alterata permeabilità della mucosa intestinale, della aumentata risposta infiammatoria e quindi del danno all’intestino. La somministrazione di miRNA-195-5p rispristina l’integrità della barriera intestinale e spegne l’infiammazione intestinale con riduzione del danno d’organo. E’ questo, in sintesi, il frutto di diversi anni di ricerca di un gruppo di ricercatori, coordinati dalla dott.ssa Grazia Serino, dell’Istituto Nazionale di Gastroenterologia “Saverio de Bellis” di Castellana Grotte, recentemente diffuso alla comunità scientifica internazionale in due pubblicazioni.
«Si tratta – spiega il direttore scientifico prof. Gianluigi Giannelli – di un risultato che nasce dallo studio della risposta infiammatoria responsabile dell’attività di malattia, iniziato diversi anni fa. La ricerca – riferisce Giannelli – è quindi proseguita utilizzando un approccio molecolare molto sofisticato, che prevede l’impiego di un miRNA che si lega in maniera complementare a quella porzione di RNA dedita alla codifica di una proteina, in questo caso la Claudina-2, che provoca la risposta infiammatoria». Lo studio fin qui è stato condotto su modelli sperimentali in laboratorio e ha visto il deposito di domanda di brevetto in ambito italiano. I farmaci al momento disponibili hanno lo scopo di controllare l’infiammazione, evitando i periodi di riacutizzazione e permettendo il recupero della funzionalità del sistema digerente. Tuttavia la parziale risposta alla terapia, lo sviluppo di resistenze e la comparsa di effetti collaterali limitano il loro successo. Il mondo sanitario ed i pazienti tutti si rivolgono alla ricerca scientifica per reperire nuove e più efficaci strategie.
«Il ricorso alle tecnologie molecolari sarà una pratica sempre più comune in ambito terapeutico: prima è necessario individuare il bersaglio molecolare, poi indurre il nostro organismo, possibilmente mediante un sistema di rilascio controllato, a produrre una molecola diretta contro quel bersaglio, che sia relativamente stabile nel tempo e scevra da effetti collaterali. E’ questa in ultima analisi la nuova frontiera della ricerca scientifica, che d’altra parte abbiamo già iniziato ad utilizzare mediante la vaccinazione anti Sars-Cov-2», conclude Giannelli.
«La costante integrazione della ricerca scientifica con l’assistenza ai pazienti rappresenta da sempre il dogma lavorativo del nostro istituto”, afferma il direttore generale Tommaso Stallone che sottolinea come, nello specifico, “il riconoscimento della Regione Puglia all’Irccs de Bellis di centro di riferimento regionale per le IBD (malattie infiammatorie croniche intestinali) mette in risalto la peculiarità unica dell’istituto».