Monopoli, a Palazzo Martinelli la personale di Napoletano
E’ stata inaugurata questa sera nel settecentesco Palazzo Martinelli di Monopoli la personale dell’artista monopolitano Stefano Napoletano, dal tema “Arte e Colori”. Presenti all’inaugurazione il sindaco di Monopoli Angelo Annese, l’assessore alla cultura Rosanna Perricci, quello al turismo Cristian Iaia e il consigliere Piero Barletta. L’esposizione offre uno spaccato della variegata produzione artistica di Napoletano. Nato in Belgio da genitori italiani, si trasferisce con la famiglia a Monopoli dove, tra il 1972 e il 1973, inizia a dedicarsi al mondo dell’arte, dipingendo scorci di paesaggi e volti dagli sguardi profondi, espressione delle sue emozioni giovanili. Oltre alla pittura si dedica anche alla musica, come percussionista, e al ballo, campo in cui acquista una certa notorietà, ma la pittura resta la sua passione e nel 1979 arriva la sua prima esposizione a Mola di Bari e sulla scia del successo ottenuto nel 1981 espone a Monopoli, la sua città. Gli anni ’80 sono per Stefano e Laura Giancola, la moglie, gli anni della consacrazione nel mondo del ballo, campo in cui ottengono preziosi riconoscimenti, collaborando anche con Loredana Berté, Joe Squillo, ma anche Licia Colò, Nino Frassica e tanti altri. L’attività pittorica, dopo una pausa di riflessione, riprende con forza nel 2008 portando Stefano Napoletano ad esporre a Firenze, Palermo, Roma, Verona, Lucca, finendo anche su importanti libri e riviste d’arte quali “Avanguardie Artistiche”, “Boè”, “Over Art”. Pittore autodidatta, nella quiete e nella solitudine del suo studio, Napoletano riesce a dare corpo alle sue emozioni. «La pittura per me è uno stile di vita – ci racconta Stefano Napoletano – i miei soggetti spaziano dalle nature morte, ai paesaggi, corpi umani e animali. L’attività svolta fino a oggi mi ha consentito di affermarmi con sicurezza a livello regionale, anche se ormai mi sto affacciando nel panorama nazionale». I colori delle vivaci opere di Napoletano, si aprono come finestre colorate sul chiaro sfondo delle pareti del palazzo.
Cosimo Lamanna