Coordinamento Progetto Mola: «È arrivato il momento di fare chiarezza»
Sabino Pesce e Francesca Mola del Coordinamento Progetto Mola, in una nota dichiarano:
Crediamo sia arrivato il momento di fare chiarezza e di rimettere un po’ le cose al loro posto, per evitare di aggiungere ulteriori elementi di confusione, al quadro già complicato e liquido della politica locale, intrisa com’è di autocrazia generalizzata, che alimenta un clima da “guerra civile” di cui il paese non ha assolutamente bisogno.
Cerchiamo di dare ordine alle cose:
Iniziamo col dire che, in linea generale, un vero piano di rilancio del territorio non possa nascere senza un preliminare, approfondito, confronto con la città e, con tutte le forze politiche presenti sul territorio, che abbia come l’obiettivo di determinare un piano comunale di rinascita e resilienza o se volete, una sorta di piano Marshall locale che si proietti ben oltre il programma di una singola consigliatura.
Per l’attuazione di questo piano straordinario, non si dovrà procedere a colpi di maggioranza, come purtroppo sta facendo l’Amministrazione in carica, ma andrà ricercata concretamente, la più ampia partecipazione e condivisione, soprattutto per quei provvedimenti più importanti e strategici.
Per intenderci meglio, questo non significa necessariamente essere vincolati, alla costituzione di una maxi coalizione quanto, piuttosto, avere la maturità politica di partecipare fattivamente alla costruzione di questo piano e portarlo avanti con le proprie sensibilità e capacità, senza ripetere l’errore di azzerare il lavoro fatto dalle amministrazioni precedenti e ricominciare ogni volta da zero, con tutte le conseguenze del caso, (vedi quanto accaduto per il PUG).
Compattezza di visione non vuol dire che tutti la pensiamo allo stesso modo ma, che andiamo tutti nella stessa direzione.
Per questo abbiamo partecipato ai primi incontri promossi da Michele Palazzo e per questo continueremo a parlare con chiunque vorrà confrontarsi con noi sui temi, e non sulle sorti dei singoli.
Detto questo, per quanto oggi possa essere di moda a tutti i livelli, dal nazionale al comunale, passando dal modello regionale, questa sorta di modello “prèt a porter “della politica oggi in voga, non ci convince.
È bello ipotizzare le grandi coalizioni per battere qualcuno, ma proprio questa “larghezza “amplifica, a nostro avviso, le differenze sulle soluzioni da proporre e, di conseguenza, fa aumentare le difficoltà nel portare avanti un’azione amministrativa efficace.
Un altro rischio che si corre, nelle grandi coalizioni, sta nella perdita di identità politica e di gerarchie dei valori che producono, di conseguenza, l’affermazione di un pericoloso orizzontalismo, dove non esistono priorità ma equivalenze, che finiscono per rendere tutte le idee egualmente valide o, ancor peggio, interscambiabili.
A tutto questo inevitabilmente, conseguono indebolimento del senso di responsabilità e sbandamento, che portano ad inseguire soluzioni semplicistiche che certificano, più la debolezza della proposta politica, che non il suo contrario.
La nostra non è una posizione ideologica, quanto piuttosto riviene dalla necessità di riportare al centro della discussione politica elementi concreti che purtroppo ancora oggi non ci sono. Diciamo che In questa fase, più che il chi? a noi interessa la cosa e il come.
In sintesi potremmo dire che oggi la politica locale, mostra di avere una forte allergia alla complessità e per questo tende a ripiegare – a nostro avviso sbagliando – verso un eccesso di semplificazione.
Per uscire da questo “en passe” riteniamo sia necessario individuare e caratterizzare le vere necessità della nostra città e dare a queste una gerarchia e possibilmente una soluzione.
Il nostro è diventato un paese amorfo, senza caratteristiche ben definite e con indicatori anagrafici, economici e sociali decisamente preoccupanti. Di questo dovremmo esserne tutti consapevoli e ragionare di conseguenza.
Il sindaco da parte sua continua ad arrampicarsi sulle ipocrisie raccontando un paese inesistente, e questo acuisce la necessità di mettere in campo una proposta politica credibile e concreta che rilanci il paese.
Detto questo, oggi il vero gesto politico innovativo, quasi rivoluzionario, non può che partire dall’amare così tanto la propria terra, il proprio paese, da volerlo cambiare, da volerlo criticare e da volerlo trasformare con lo strumento della politica e della buona amministrazione, che non è una cosa utopica, ma piuttosto qualcosa di liberatorio, sia per chi amministra, che per i cittadini che hanno diritto ad avere una amministrazione presente ed efficace.
Al netto di ogni retorica, il consentire ai cittadini, imprese di questo paese di veder realizzati i propri obiettivi, i propri sogni, deve tornare ad essere un obiettivo raggiungibile per tutti, senza la necessità di salire su alcun carro.
Tutto ciò è impedito dalla mala politica, che genera mala amministrazione, che mira al raggiungimento di obiettivi personali sacrificando quelli comuni.
È una scelta consapevole e chiara, un atto di amore e allo stesso tempo di coraggio, una scelta di campo precisa e chiara che deve portarci a delineare un perimetro che dica parole chiare, al suo interno e alla collettività.
Quando parliamo di coraggio non ci riferiamo al gesto estremo di sacrificio, ma più semplicemente all’impegno a fare scelte giuste in coerenza con sé stessi e con gli impegni presi con i cittadini. Questo è il coraggio richiesto ad un buon Sindaco e alla sua coalizione.
Qualcuno ha detto che L’Etica dell’intenzione non è importante quanto l’Etica della responsabilità delle conseguenze. Noi ne siamo pienamente convinti, come siamo convinti che non possiamo ridurci a quindici minuti dal voto a fare una discussione su qual è il progetto di futuro che vogliamo proporre, grande o piccolo che sia.
Ad oggi, questa operazione o progetto politico della maxi coalizione, più che su un concreto “studio di fattibilità” sembra guidata dalle emozioni più o meno forti, che ha suscitato l’amministrazione Colonna e rischia, di degenerare solo in un teatrino delle emozioni.
In conclusione, partendo dalle condizioni oggettive in cui versa il paese (dati riportati anche nel documento di aggiornamento del DPP) che evidenziano una drastica riduzione della popolazione passata da circa ventisettemila abitanti a poco più di ventiquattromila (in tutti gli altri comuni limitrofi il dato è in crescita); percentuali di presenza di persone anziane di molto superiore alla popolazione giovanile…. Una serie di questioni complesse come quella ecologico ambientale, PUG, parcheggi Piano delle coste, vivibilità e decoro urbano, ecc. ecc., tutti aspetti che vanno tenuti insieme, la domanda che vorremmo porre alla base di ogni discussione è: Come vedi Mola nei prossimi anni?
Perché le soluzioni alle problematiche presenti nel nostro paese non si possono basare solo su geometrie preconfezionate a tavolino.