Bari: Caso Punta Perotti, saranno risarciti i costruttori
Ieri, durante la terza sentenza civile, la Corte di Appello di Bari ha condannato il Ministero della Cultura, la Regione Puglia e il Comune di Bari a risarcire di 8,7 milioni di euro, da versare a favore della società Sudfondi srl per risarcire il danno patrimoniale subito dall’abbattimento dei palazzi di Punta Perotti, che furono demoliti nel 2006, in quanto deturpavano un’area naturale protetta.
Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che ha affermato: «Nella fattispecie è bene chiarire che il Comune di Bari oggi è chiamato a farsi carico di responsabilità ascrivibili all’epoca in cui vennero rilasciati i titoli edilizi, risalenti agli anni 90. La sentenza chiarisce però inequivocabilmente che la richieste esorbitanti proposte dalla società costruttrice erano infondate per il 98%. Sarebbero infatti dovuti solo 8 milioni rispetto ai 540 milioni richiesti».
Il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha invece spiegato: «Nessun dubbio sulla demolizione di Punta Perotti. La sentenza della Corte d’Appello di Bari ha condannato gli Enti convenuti in giudizio (Comune, Regione e Ministero) per aver consentito agli inizi degli anni ’90 la realizzazione di Punta Perotti e non certo per aver disposto l’abbattimento. Quindi parliamo di responsabilità amministrative risalenti nel tempo».
Emiliano prosegue: «La Corte territoriale ha ritenuto che all’epoca della adozione (1990) e della approvazione (1992) delle due lottizzazioni e relativo rilascio della concessione edilizia (1994) il Comune non potesse farlo, perché lì non si poteva costruire, per la presenza dei vincoli di inedificabilità previsti dalla normativa regionale e statale vigente. Quindi i piani di lottizzazione non erano legittimi, perché privi della necessaria autorizzazione paesaggistica. La Corte d’Appello ha ritenuto responsabili anche la Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali (organo periferico del Ministero) e la Regione, per aver consentito il rilascio della concessione edilizia. Finalmente una parola chiara e, spero, definitiva sulle responsabilità politiche e amministrative di questa vicenda».