A Ruvo la chiusura della campagna elettorale di Alternativa per l’Italia – No green pass della Puglia
Si è conclusa a Ruvo di Puglia, in Piazza Cavallotti, la campagna elettorale di Alternativa per l’Italia – No green pass, con la presenza di Biagio Cantatore, candidato all’uninominale u03 Bari ed al plurinominale del Senato, che ha incontrato i suoi concittadini, pronti a sostenerlo alle elezioni di domenica 25.
Una campagna incentrata sui Valori, che da troppo tempo sono usciti dalle agende politiche di tutti gli altri partiti. In particolare i valori della vita, della libertà educativa, della famiglia, non a caso definiti “non negoziabili” da Mario Adinolfi, presidente del Popolo della Famiglia e cofondatore – insieme a Simone Di Stefano – di Alternativa per l’Italia – No green pass.
«Siamo per la difesa della vita – sottolinea Lucianella Presta, anche lei candidata al plurinominale del Senato in Puglia – dal concepimento fino alla morte naturale e per la libertà educativa dei figli, che non sono di proprietà dello Stato ma appartengono alle famiglie: per questo proponiamo un buono scuola per essere liberi di mandare i propri figli anche alle scuole paritarie. Queste sono le motivazioni che hanno spinto mamme e papà a scendere in campo, crediamo e vogliamo investire sulle nascite e sul capitale umano».
Gli fa eco Biagio Cantatore: «Siamo l’unica vera alternativa ai partiti di centrodestra e centrosinistra, tutti allineati sui punti dell’agenda Draghi nonostante i vari distinguo di facciata. Noi ci opponiamo su tutto, in particolare all’obbligo vaccinale e all’imposizione del green pass, che riteniamo una privazione della libertà personale. Tutte le nostre idee sono contenute nel nostro simbolo e siamo l’unica lista ad averlo fatto».
«Con il no al green pass – conclude Biagio Cantatore – ci schieriamo anche in difesa di tutti i lavoratori dalla sanità ancora sospesi, ritenuti grandi eroi e costretti a turni massacranti ma lasciati senza stipendio dopo pochi mesi. Vogliamo, inoltre, un’Italia che non sia succube dell’Europa ma che pensi alle emergenze nazionali come quella demografica ed economica, con famiglie e piccole medie imprese costrette alla fame mentre si spendono milioni di euro in armamenti».