Le sorelle Callipigia a Monopoli (di Laura Turi)
Si è concluso uno degli eventi più belli che questa estate, non ancora al tramonto, ci poteva regalare. Finalmente luoghi del nostro patrimonio culturale aperti al pubblico come contenitori d’eccezione di opere internazionali fenomenali. Ma non meno sorprendente è stato scovare a Monopoli, tra una postazione e l’altra di “Panorama”, altre interessanti opere che ci proiettavano in uno scenario visivo ed evocativo stridente e affascinante allo stesso tempo. Nella insolita collocazione di “Munz Munz” Biostrot vegano, in Via Cimino 33, potevi scovare due straordinarie figure femminili che facevano bella mostra del proprio fondoschiena. Una potente forza espressiva che si sprigiona da delle natiche degne di invidia. Le sorelle Callipigia di Donatello Grassi, non curanti del comune senso del pudore, provocatrici dei più reconditi impulsi del desiderio, mostravano il loro lato migliore, il lato B nel gergo di oggi, con tanta audacia e naturalezza allo stesso tempo. Non si tratta semplicemente di una celebrazione della bellezza femminile, di una erotica esaltazione del corpo sinuoso di due donne, ma di una riflessione sulla forza misteriosa che il corpo esercita, sul mondo delle apparenze in cui la sensualità diventa l’estensione del desiderio e il viatico verso le passioni umane più profonde e spirituali. Il racconto di Ateneo di Naucrati, risalente al 192 d.C., tratto dal XII libro dei Deipnosofisti, ci narra della competizione tra le due sorelle sulle fattezze del loro fondoschiena, grazie alle quali riuscirono a far innamorare due ricchi giovani di Siracusa. Il lavoro di Donatello Grassi si muove, ormai da anni, nel solco di un’arte profondamente materica e figurativa, non per questo meno rivoluzionaria rispetto ai linguaggi più criptici ed estremi che tanta arte contemporanea ci ha ormai abituati a conoscere. Nel meraviglioso laboratorio-atelier di Pezze di Greco, sono stati forgiati i corpi delle sorelle Callipigia e quelli di altre provocatorie e affascinanti figure femminili, mediate dal mondo antico, che nei loro corpi, così fortemente voluttuosi ci invitano a riappropriarci in modo libero, spregiudicato, ma anche così ancestralmente profondo, del corpo, consapevoli che in quelle forme si nasconde il mistero del desiderio, della creazione, della vita.
Laura Turi