Gioia del Colle: Quando si esercita solo il potere la politica muore

di Franco Deramo

Il Sindaco di Gioia del Colle Giovanni Mastrangelo ha deciso e provveduto a revocare la delega assessorile ai Servizi Sociali, cioè al Welfare di tutte le attività riferite alla crescita personale, umana e sociale di tutte le persone “fragili” della Comunità di Gioia del Colle: neonati, piccoli, anziani, ammalati, persone sole, minori, portatori di disabilità, disadattati, immigrati, larghe fasce di povertà, peraltro sempre crescenti a causa dei devastanti effetti economici dovuti al Covid e agli effetti  della Guerra Russia-Ucraina sui prezzi di tutti i prodotti, a partire proprio dai beni di prima necessità. 

Per non parlare dei drammi registrati per la vertiginosa impennata dei prezzi delle bollette di luce e gas, ecc.

Li cito tutti singolarmente i soggetti che l’Assessorato è chiamato a prendersi cura.

Sono i più bisognosi della comunità.

Quelli che velocemente diventano “gli scarti”, come ce li richiama costantemente Papa Francesco, gli “ultimi”, i “senza voce”.

“Le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti.

Questa “cultura dello scarto” tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti. 

La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora – come il nascituro –, o non serve più – come l’anziano.”

Provare per credere.

Di loro, invece, è necessario prendersi cura, concretamente, non a chiacchiere.

Esemplare la capacità di cura dimostrata con i fatti dall’Assessorato affidato alla responsabilità della dottoressa Vanna Pontiggia.

Possiamo ben dire che in questi oltre tre anni di attività, tutti sono stati seguiti personalmente dall’Assessorato guidato da Vanna Pontiggia, tutti soggetti ai quali l’assessore ha rivolto le sue più alte premure.

In questi giorni, tutta la stampa ha denunciato lo scempio consumato dai vertici politici di Fratelli d’Italia comunali e provinciali, dal sindaco, ai danni della Comunità con la revoca del mandato di fatto consumato sulla severa, serena e incondizionata disponibilità offerta dalla Pontiggia.

Un titolo di giornale di questi giorni, parlando del sacrificio richiesto alla Pontiggia, potrebbe indurre in errore. Dice: “Pontiggia, tre anni e mezzo di impegno”.

Tre anni e mezzo di impegno della Pontiggia?

Ma che dice?

Errore! Sbagliato!

Della Pontiggia si può e si deve parlare solo di “Impegno a piena vita!

Con un entusiasmo unico ha messo a disposizione e riversato sugli assistiti anche nel servizio di assessore tutta la sua passione, la dedizione possibile, la sua lunga esperienza lavorativa, la sua professionalità, il suo ruolo, la sua reputazione.

Accettare l’incarico di assessore in un gravoso ramo di attività, rispondere senza calcolo e senza chiedere contropartite e garanzie “politiche”, cedendo alle pressanti richieste personali del neo eletto sindaco e dei suoi referenti politici, è stato, da parte della dottoressa Vanna Pontiggia, un grande atto di generosità, di disponibilità e di servizio.

Tutto ciò può nascere ed essere pronunciato solo da chi conosce i bisogni, il dolore di quella grande fetta di svantaggiati da servire come priorità assoluta.

Così ne parla la Pontiggia: “Fui invitata a farmi carico della grave situazione di bisogno in cui versavano proprio quelle fasce di cittadini.

Mi fu assicurata la massima lealtà e la massima collaborazione.

Non guardai al “colore” dell’Amministrazione Comunale, ma alla reale condizione in cui versavano tanti cittadini di Gioia del Colle che avevano bisogno di aiuto, di assistenza, di solidarietà operosa da parte delle pubbliche istituzioni”.

Ha lavorato tanto, così, ininterrottamente, senza riserve di alcun tipo la Pontiggia. L’abbiamo vista all’opera, quando mi è stato possibile ho anche partecipato personalmente a tanti eventi.

I risultati, le attività, le iniziative sono state apprezzate soprattutto dai cittadini: unici veri destinatari e beneficiari.

Possiamo solo capire la sofferenza, non l’amarezza, che si può provare quando, per ragioni non esplicitate, senza logiche motivazioni, si è invitati a mollare tutto. Quando all’improvviso emergono priorità o appetiti maturati in altri consessi, da dover soddisfare sulla tua pelle.

“Sono fiera del lavoro svolto.

Sono fiera del servizio reso alla Comunità di Gioia del Colle”.

È quello che con serenità e rigore politico la Pontiggia ha dichiarato alla stampa.

Noi giornalisti, chiamati a registrare, a scrivere di certe decisioni, facciamo fatica, a capirle, ad accettarle e a doverle riportare all’opinione pubblica.

Il dover assistere al sollevare dall’incarico chi sta operando con impegno per far posto a figure totalmente opposte a quelle della Pontiggia, risponde solo a logiche di partito e di potere immotivate, ingiustificate, soprattutto inaccettabili. 

Questa non è Politica, questo è il suo peggior mercatino.

Con amarezza dobbiamo constatare che a scelte di servizio, si sono contrapposte ora solo scelte di potere.

Ci domandiamo: ma queste sono logiche accettate, condivise, accettabili, condivisibili dai cittadini?

Assolutamente NO!

Un teatrino che si ripete quando si ha la percezione che si esercita solo il potere senza fare politica, e che vince la logica che a me “tutto è consentito”.

Puro uso del potere funzionale a esigenze altre, non al bene della Comunità.

C’è solo da augurarsi che il lavoro impostato, programmato, avviato non vada disperso, peggio, cancellato.

Sappiamo di progetti in arrivo lungamente lavorati, ben preparati, ben finanziati.

Chi subentra dovrà solo avere cura e responsabilità di destinarli per intero, senza distrazione alcuna, alle finalità definite.

Chiunque sia stato chiamato a subentrare potrà solo vivere di rendita, in tutti i sensi!

Un impegno anche per la struttura assessorile che, sotto la guida saggia ed esperta della dottoressa Vanna Pontiggia, ha collaborato tanto al successo delle iniziative programmate e realizzate.

Le persone passano, le loro opere restano.

I cittadini guardano, giudicano e soprattutto ricordano.

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