A Polignano, sarà inaugurata la nuova mostra Like A Little Disaster
entisei artisti (Isaac Lythgoe, Petros Moris, Giulia Essyad, Nicolas Lamas, Jaana-Kristiina Alakoski, Grace Woodcock. Susi Gelb, Jennifer West, Daniela Corbascio, Yein Lee, Adham Faramawy, Dorota Gawęda & Eglė Kulbokaitė, Lucia Cristiani, Cyril Debon, Agnese Guido, Leilei Wu, Mariantonietta Bagliato, Pauline Julier, Ludovica Gugliotta, Pinar Marul, Pedro Barateiro, Élie Autin, Elena Eugeni, Bruno Giacchetti), sono stati chiamati a creare uno scenario decolonizzato dall’essere umano, abitato da oggetti/soggetti ibridi, riottosi ad ogni classificazione o definizione definitiva, nodi di una rete proliferante, chimere che mettono in discussione i concetti di soggettivazione, oggettivazione e assoggettamento, la classificazione degli esseri e la gerarchia degli attori e dei valori.
Il progetto si configura come un panorama strutturato da molteplici connessioni tentacolari mai del tutto chiuse, in grado di mettere in moto conseguenze inattese, imprevedibili e incontrollabili.
Gli artisti hanno realizzato opere che non sono solo fine o scopo di un processo di produzione, ma mezzi, o strumenti che potenziano la facoltà di immaginare uno spazio di co-evoluzione multiforme, attraverso il quale ricercare la cultura nella natura e viceversa, il contingente nel permanente, l’identità nella differenza e in cui sperimentare nuove alleanze e percorsi secondari che forse non porteranno sempre in luoghi lontani ma spostano il nostro punto di vista, permettendoci di considerare altre possibilità.
Le opere in mostra mettono in discussione il binarismo che separa gli umani e le loro culture, la natura e i non-umani, la filogenesi e l’ontogenesi, il patrimonio genetico, e le alterazioni tecnologiche. Una con-fusione causata dall’impossibilità di riconoscere i segni identitari di questi oggetti paradossali: senza contorni, senza termini antitetici, senza residui. Oggetti tali da non potersi più dare semplicemente in opposizione al soggetto umano, ma tra i quali l’uomo stesso è coinvolto e con il quale condividono la stessa mesh e lo stesso destino. Questi sistemi vischiosi e arruffati mettono in discussione la relazione tra umano e non-umano portandoli all’interno di un sistema circolare di reciprocità. Una maglia fatta di attaccamenti a rischio, di entità liquide, viscose, decentrate, graduali e intersoggettive, in cui ogni ente è definibile solo in relazione (pur non essendo la relazione stessa).
La mostra è prodotta da Like A Little Disaster con il contributo di Romano Exhibit e del Ministero Federale Austriaco delle Arti e della Cultura. Si avvale della partnership della Fondazione Museo Pino Pascali e del patrocinio del Comune di Polignano a Mare.