PNRR: Presentato il Piano della ASL per la città di Bari, 60 milioni per il potenziamento di territorio e ospedali
Circa 60 milioni per la città di Bari, cinque Case di Comunità e un Ospedale di Comunità, una nuova idea di Sanità pubblica sul territorio e 15 grandi macchine per ospedali completamente digitalizzati. È il Piano PNRR della ASL per la città di Bari, grazie al quale l’offerta sanitaria del capoluogo di regione cambierà volto nel prossimo futuro.
I dettagli sono stati illustrati ieri mattina a Palazzo di Città dal direttore generale Antonio Sanguedolce, dal sindaco Antonio Decaro, alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese, del direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, degli assessori comunali al Patrimonio, Vito Lacoppola, e al Welfare, Francesca Bottalico.
Fondamentale il ruolo dei finanziamenti garantiti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attraverso la Missione 6 Salute: una quota cospicua, circa il 35%, dei 172.671.000 euro complessivi di cui è beneficiaria l’azienda sanitaria sarà investita sul territorio comunale.
Per l’esattezza 59.863.060 euro, che serviranno per rendere le strutture più moderne, digitali e inclusive, garantire equità di accesso alle cure, rafforzare la prevenzione e i servizi sul territorio.
Un capitolo strategico, quest’ultimo, per avvicinare la sanità al cittadino con la nascita di vere e proprie Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale.
“Quello che presentiamo oggi è un grande passo avanti nel rapporto tra i cittadini e la sanità pubblica – ha dichiarato il sindaco Antonio Decaro -. Un rapporto di fiducia che necessita di essere nutrito giorno per giorno. L’investimento che la Regione Puglia e la ASL Bari stanno realizzando per la città, grazie alle risorse del PNRR, va proprio in questa direzione: avvicinare i servizi sanitari ai cittadini attraverso una ramificazione di strutture diffuse che possono essere un’importante valvola di sfogo per evitare che tutte le attività di diagnostica o di cura ordinaria rischino di appesantire o ingolfare i presidi ospedalieri.
Le Case di Comunità assolveranno proprio a questo compito: offrire in un unico luogo tutti i servizi di base che accompagnano i cittadini in un percorso sanitario di prevenzione cura, dal medico di base, al centro prelievi, al pediatra, all’assistenza h24.
Avvicinando le strutture fisiche alla vita quotidiana delle persone facilitiamo l’accesso alla cura, che in tanti casi non necessita di specializzazioni estreme, e restituiamo fiducia ai cittadini che oggi, per forza di cose, incontrano difficoltà. In questo scenario il Comune si è mosso insieme alla ASL per individuare luoghi che in qualche modo fossero conosciuti e riconosciuti dai cittadini come strutture di prossimità, accessibili e dislocate sul territorio. Abbiamo quindi fatto uno sforzo comune per individuare siti che fossero idonei alle esigenze della Asl e contestualmente per rigenerare immobili e contesti che sicuramente beneficeranno di questo intervento. Oggi presentiamo un piano ambizioso, di cui ringrazio la Asl e la Regione. La scadenza del 2026 è dietro l’angolo e siamo tutti consapevoli di non avere molto tempo davanti a noi ma allo stesso tempo abbiamo la certezza che tutti gli interventi presentati oggi saranno realizzati e messi a disposizione dei cittadini con la speranza che possano sentirsi parte di un sistema sanitario che va incontro alle loro esigenze”.
“Il protocollo firmato a Bari è un modello da replicare – ha osservato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che oggi non è potuto intervenire alla conferenza stampa -. Sono sicuro che la collaborazione tra le Asl e i Comuni di tutta la Puglia porterà ad accordi di questo genere perché è interesse degli enti territoriali utilizzare al meglio le risorse del Pnrr indirizzandole verso la sanità di base, potenziando i servizi e decongestionando le strutture per acuti come gli ospedali. Oggi si avvia un processo virtuoso grazie anche all’impegno della Asl Bari e del Comune di Bari, che mette a disposizione importanti immobili per potenziare l’assistenza sanitaria del capoluogo”.
“Il Pnrr nasce per cercare di affrontare il post pandemia – ha ricordato l’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese -. È un piano di rilancio di tutto il Paese, che mette a disposizione dall’Europa un nuovo strumento. Le missioni 5, relative al welfare, e 6, della salute, sono molto importanti. Quello che è emerso dalla pandemia in maniera chiara è la necessità di avere un nuovo modello di organizzazione sanitaria, soprattutto quella territoriale. In questo senso ci sono grandi investimenti, all’interno del Pnrr, e il nostro riguarda 650 milioni di euro. È stato già firmato – prima regione in Italia – nel marzo scorso un accordo tra il Governo e la Regione e in questo contesto è interessato tutto il sistema dell’organizzazione. La parte che riguarda l’assistenza territoriale prevede un notevole numero di strutture di prossimità, che riguardano gli ospedali di comunità ma anche le case di comunità, le case della salute, le centrali operative territoriali, le quali, una volta realizzate entro il 31 dicembre 2026, dovrebbero funzionare per i ricoveri ordinari h24, così come funziona adesso la centrale operativa 118 per la parte delle emergenze. Siamo a Bari, città capoluogo, dove sono previsti una infrastrutturazione e un potenziamento dell’assistenza territoriale nei prossimi anni. È in fase avanzata anche nelle procedure burocratiche anche grazie all’attenzione del Comune, con il quale firmiamo un protocollo d’intesa attraverso il quale lo stesso concede alcuni beni pubblici per le case di comunità. Nel resto della Puglia siamo in dirittura d’arrivo per il bollino verde che dovremmo conseguire, rispetto al Pnrr, entro la fine di aprile”.
“Il PNRR – ha sottolineato il direttore generale Asl Bari Antonio Sanguedolce – ci mette di fronte ad un impegno particolarmente importante per il sistema sanitario. Tutti insieme siamo chiamati a risolvere alcuni aspetti critici di natura strutturale che, con la nascita di Case e Ospedali di Comunità o l’impiego della telemedicina, potranno trasformarsi in opportunità in grado di rendere la Sanità più prossima al cittadino. È emersa con chiarezza la necessità di rafforzare la capacità del sistema sanitario di fornire servizi adeguati sul territorio, sia per rispondere all’invecchiamento della popolazione sia perché una quota significativa e crescente della stessa è afflitta da malattie croniche, ma anche l’importanza di modernizzare e digitalizzare ospedali e processi amministrativi. Per la ASL Bari i finanziamenti del Piano di Ripresa e Resilienza costituiscono davvero l’occasione per perseguire una nuova strategia sanitaria capace di conseguire standard qualitativi di cura adeguati, di valorizzare le risorse umane e le migliori tecnologie mettendole al servizio delle persone all’interno di un più ampio sistema di welfare comunitario: in tal senso, il piano per la città di Bari è uno snodo fondamentale”.
“Le case e gli ospedali di comunità saranno il luogo dove integrare gli interventi sanitari con il sistema dei servizi sociali – ha commentato l’assessora comunale al Welfare Francesca Bottalico -, una richiesta che per anni abbiamo avanzato a fronte di una povertà crescente e di bisogni socio-sanitari nuovi, a partire dalle persone con disabilità e anziane in favore delle quali negli ultimi due anni abbiamo quadruplicato le assistenze domiciliari.
Il percorso avviato, condiviso con l’assessorato al Patrimonio, vedrà le PUA – Porte uniche di accesso offrire nelle Case di comunità, spazi di orientamento e supporto ai cittadini per l’accesso ai servizi socio-sanitari integrati e agli screening. La salute è un diritto di tutti e tutte e il servizio sanitario, dalla prevenzione alla cura, deve tornare ad essere vicino ai cittadini tutelando il lavoro di tanti medici e operatori sociali e sanitari in termini di sicurezza e qualità”.
“In queste settimane abbiamo lavorato ad un protocollo che offrirà in comodato d’uso alla ASL immobili in posizione strategica rispetto ad una organizzazione della sanità territoriale e diffusa – ha spiegato l’assessore al Patrimonio Vito Lacoppola -. Abbiamo cercato di assicurare presidi nei quartieri maggiormente popolosi o, in alcuni casi, sprovvisti di punti di riferimento sanitari come l’ex Cnipa nel quartiere San Pio. A questo aspetto abbiamo aggiunto un lavoro capillare sulla razionalizzazione degli immobili comunali oggi inutilizzati che, invece, saranno oggetto di riqualificazione e valorizzazione grazie a questo piano. La sinergia istituzionale che è alla base del protocollo siglato è il miglior presupposto per lavorare in maniera celere ed efficace per la città”.
La ASL Bari realizzerà nel capoluogo cinque Case di Comunità (6,5 milioni d’investimento), che rappresentano il nuovo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in altrettante strutture messe a disposizione dal Comune di Bari. Si tratta di edifici già in possesso come gli immobili di via Cacudi e via Aquilino, oppure ceduti come la Centrale del Latte di Viale Orazio Flacco, l’ex Mercato Carrante di Via Di Cagno Abbrescia e l’immobile di Via Davide Lopez. Inoltre, l’ex Mercato Carrante sarà anche sede dell’Ospedale di Comunità (3,6 milioni), mentre l’edificio di Via Lopez ospiterà una Centrale Operativa Territoriale (172mila euro) per le attività di telemedicina e assistenza domiciliare.
Assieme a questi tre filoni, che rientrano nella Componente C1 del PNRR finalizzata al potenziamento della sanità territoriale, il Piano della ASL Bari prevede forti investimenti sulla Componente C2 – per complessivi 49,5 milioni – orientata alla digitalizzazione e rafforzamento strutturale e tecnologico degli ospedali di Bari. 17,1 milioni saranno utilizzati per la digitalizzazione dei processi sanitari e amministrativi dei presidi ospedalieri Di Venere e San Paolo. Sempre il San Paolo sarà destinatario del progetto di Evoluzione del Sistema Informativo Trasfusionale EmoPuglia (quasi 2 milioni di euro), a valenza regionale. I due ospedali cittadini saranno anche interessati da un percorso denominato “Ospedale sicuro e sostenibile” (23,3 milioni) per il miglioramento strutturale nel campo della sicurezza antisismica degli edifici ospedalieri.
Altri 7,1 milioni saranno utilizzati dalla ASL Bari per l’acquisto di nuove apparecchiature dotate di tecnologia di ultima generazione. Per il Di Venere è in programma l’arrivo di due nuovi Angiografi (1 cardiologico e 1 vascolare), un Ecotomografo per la Cardiologia, una Gamma Camera tradizionale e una ibrida (anche per diagnostica TAC), una Risonanza Magnetica, una TAC, un Sistema polifunzionale per radiologia digitale diretta in Pronto Soccorso e un Telecomandato digitale. Altrettanto rilevante il rinnovo del parco “grandi macchine” previsto per il San Paolo, per il quale saranno acquistati una Risonanza Magnetica, due TAC, un Telecomandato Digitale per la Radiologia e un altro per il Pronto Soccorso e un Ecotomografo per l’Ostetricia e Ginecologia.