Monopoli, oltre alla sirenetta ora danno fastidio anche i bambini
Non c’è pace per la “sirenetta di Monopoli” che, dopo le polemiche scatenate quest’inverno a causa delle sue curve diventate fonte di turbamento per alcuni cittadini, sono tornate a riaccendersi i riflettori sulla ormai famosa piazza Rita Levi Montalcini, a causa di una lettera di una residente pubblicata su un giornale online locale, che ha gettato nuovamente benzina su un fuoco che sembrava ormai spenta. Questa volta, a turbare la tranquillità di alcuni residenti, che avrebbero addirittura sottoscritto una missiva indirizzata al sindaco Angelo Annese, ci sarebbero gli schiamazzi dei bambini che fruiscono dei giochi pubblici installati dal Comune nella piazzetta. Insomma quella suadente sirenetta, in stretta osservanza delle sue capacità mitologiche, avrebbe consentito a quella piazza sconosciuta di diventare nota, attirando orde di cittadini con figli al seguito che, con la loro vitalità, turberebbero il riposo di alcuni residenti. In un mondo in cui ci si lamenta del fatto che ormai i bambini, quei pochi bambini in circolazione visto il calo delle nascite, non giocano più per strada poiché ostaggio dei supporti informatici, la situazione monopolitana appare non solo in controtendenza, ma addirittura paradossale e forse segno di un’intolleranza verso il prossimo che, dopo gli animali domestici, intende colpire anche i bambini. Eppure i residenti di quella zona della città avrebbero ben altro di cui lamentarsi, visto che è una delle parti di Monopoli maggiormente interessata dalle molestie olfattive, ma per queste situazioni, nessuna protesta. Quanto ai rumori notturni, sicuramente via Beccaria non sarebbe l’unica parte della città interessata da una movida che si spinge fino a tarda notte. Oltre al centro storico, ormai il cuore della vita notturna monopolitana, anche il borgo murattiano, senza sirena alcuna, è interessato da molestie notturne continue, inevitabili per una città turistica ormai affermata. Sono i pro e i contro del turismo, andrebbero intensificati i controlli, anche in zone come la Villa Comunale di Sant’Antonio, un luogo poco illuminato, frequentatissimo dai giovani e sicuramente altamente sensibile a voler usare un termine poliziesco. Insomma se si vuol dare la colpa alla sirena, si è liberi di farlo, ma la realtà sociale cittadina è molto più complessa di quello che potrebbe sembrare.
Cosimo Lamanna