Bari, oltre le frontiere: il CPIA 1 di Bari prende il nome di Leogrande
Si è svolta in un clima di grande partecipazione e coinvolgimento emotivo la cerimonia di intitolazione del CPIA1 BARI ad Alessandro Leogrande, lunedì 20 maggio.
Dopo la benedizione della targa presso la sede centrale in Largo Urbano II, tutta la comunità scolastica si è spostata in Piazza Ferrarese, a Spazio Murat, dove si è tenuto un coloratissimo spettacolo multiculturale.
Sono intervenuti, per i saluti istituzionali il Dirigente Scolastico, Laura Redavid, l’Assessore alle politiche educative Paola Romano e l’Assessore alle politiche culturali Ines Pierucci, appassionate sostenitrici nell’iter dell’intitolazione della scuola a Leogrande, il preside Paolo Farina, vicepresidente della rete nazionale dei CPIA, il prof. Antonio Giampietro, Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità.
Alla cerimonia era presente una visibilmente emozionata Maria Giannico, mamma di Alessandro Leogrande.
“Avere un nome significa avere un’identità e sperimentare quotidianamente un senso di appartenenza” – ha sottolineato il Dirigente Scolastico – “per i nostri studenti è fondamentale avere un punto di riferimento, molti di loro lo hanno smarrito, molti non lo hanno mai avuto, molti ne cercano uno nuovo. Una comunità scolastica con una forte identità è per loro un faro.
Gli studenti del CPIA sono persone adulte, sono persone a cui la scuola offre una seconda possibilità, gli strumenti per avere un ruolo attivo nella società perché l’istruzione rimane la leva più efficace per l’emancipazione sociale”.
A Spazio Murat gli studenti del CPIA 1 Bari Alessandro Leogrande hanno fatto sentire la propria voce, hanno mosso le corde emotive di ognuno dei presenti. In una sala gremita di gente, hanno presentato i lavori conclusivi di 5 laboratori svolti durante l’anno scolastico e finanziati dall’Amministrazione Comunale: “Jembè”, “Andiamo in scena”, “Danziamo oltre le frontiere”, “Cyberlibertà: scrivere, esprimersi e creare dietro le sbarre”, “Guida affettiva della città di Bari”.
Angela e Anatolii hanno letto due brani tratti dalla “Guida affettiva della città di Bari”, raccolta curata dai docenti Maria Pansini e Marco Marsigliano, che contiene le esperienze e i legami con la nostra città degli studenti di tutte le sedi del CPIA, compresi i ristretti della Casa Circondariale. I loro racconti sono stati elaborati durante il progetto “Cyberlibertà: scrivere, esprimersi e creare dietro le sbarre”, con le docenti Mariangela Taccogna e Ilaria Sparacimino.
Il percorso di teatro “Andiamo in scena”, curato dall’attrice Paola Martelli e dalla docente Cinzia Cimadomo, ha proposto alcuni dei brani più significativi delle opere di Alessandro Leogrande, attraverso la lettura scenica in italiano e nella lingua madre dei partecipanti, in un clima a tratti commovente.
“Danziamo oltre le frontiere” è stata una intensa performance di danza che ha consentito a giovani e adulti di svariate nazionalità, richiedenti asilo, rifugiati, di esprimere se stessi per mezzo della coreografia della conctact improvisation. È stato messo in scena, grazie alla competenza dell’esperta Carmen De Sandi e della tutor Miriam Buongiorno e all’arrangiamento musicale di Giuseppe Pascucci, il profondo dolore vissuto dai migranti, la sofferenza che permane nei corpi e nelle menti ma anche la rinascita, il desiderio di ricominciare, di imparare una nuova lingua, di inserirsi in percorsi lavorativi.
Le percussioni del laboratorio “Jembè” hanno fatto vibrare la Sala Murat a conclusione dell’evento, con uno spettacolo caratterizzato da un forte senso di collaborazione del gruppo, in cui ogni studente ha potuto percepire se stesso come collettività e sentirsi, allo stesso tempo, protagonista. La risposta del pubblico, il calore e gli applausi con cui ha accolto la performance è stata motivo di orgoglio per tutti i ragazzi e per i loro “maestri”, Dario Mattia come esperto e Sergio Calabrese come tutor.
Il 20 maggio Alessandro Leogrande avrebbe compiuto 47 anni.
Nell’anniversario della sua nascita quale modo migliore per ricordare un uomo sempre vicino alle esigenze degli immigrati e che ci ha dato in eredità un ricco patrimonio letterario, se non quello di intitolare a lui una scuola complessa e multiculturale come il CPIA 1 Bari?