Mola, l’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci” sulla manifestazione del 24 maggio

La MANIFESTAZIONE PUBBLICA del 24 maggio è GIUSTA, NECESSARIA E PER MOLTI VERSI, allo
stato delle cose, IRRINUNCIABILE. NON È STATA MAI IN DISCUSSIONE, nella sua sostanza, da parte
di nessuno, ma dovrebbe avere il DOVERE DI RACCOGLIERE OGNI ENERGIA DEL TERRITORIO SPESA
PER LA RISOLUZIONE DEL GRAVE PROBLEMA CHE ASSILLA L’INTERA COMUNITÀ: cioè DOVREBBE
ESSERE UNITARIA. Così purtroppo non sarà! E allora facciamo chiarezza. La nostra associazione è
stata esclusa sin dal primo momento in quanto non è stata invitata alla sua organizzazione e, per
dirla tutta, neanche formalmente a partecipare: difatti mai espresso invito è giunto al nostro
indirizzo. Si tratta di una spiacevole imperdonabile, e per noi ingiustificata, esclusione verso chi
tanto ha dato per oltre un decennio e ancora sta facendo per la causa. Ed assieme a noi è stata
messa alla porta l’intera rappresentanza politico istituzionale (Amministrazione e Consiglio
comunali), in nome di una farlocca distinzione fra “politica” e la cosiddetta cittadinanza o popolo
sovrano. Dopo aver reiteratamente insistito, fino a ieri, ce ne siamo fatti una ragione e
parteciperemo, da semplici cittadini e non in veste associativa, per il rispetto della problematica
che ci sta tanto a cuore e dei cittadini, forse ignari di questa discriminazione e sicuramente molto
lontani da tale comportamento. La nostra diretta partecipazione avrebbe arricchito la
comunicazione pubblica e la conoscenza degli atti e delle vicende che riguardano la complessa,
interminabile ed intricata storia, soprattutto di quelli in corso, che stanno di fatto e da tempo
bloccando l’iter della riapertura delle vasche di servizio soccorso (ricordiamo a tutti che
l’emendamento al Piano Regionale dei Rifiuti avrebbe voluto la conclusione delle indagini ulteriori
nel sito Martucci – da noi invocate e ottenute – entro la fine di aprile 2022). Ma ciò non ci
preoccupa eccessivamente poiché avremo modo e tempo, come abbiamo sempre fatto, di
informare prossimamente, con i nostri mezzi, l’opinione pubblica. Ciò che invece per l’occasione
va rimarcato è l’erroneità di alcuni punti della piattaforma rivendicativa degli organizzatori che
sarà fornita ai manifestanti. Quanto avremmo voluto dire in questa occasione, senza voler
intervenire su altri punti per questioni minori, verte su due argomenti principali.
Il primo riguarda la competenza a definire l’individuazione del sito alternativo. Come abbiamo già
avuto modo di contestare al Direttore di Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana della
Regione Puglia, Garofoli, e al Direttore AGER pro tempore, Grandaliano, in sede di audizione in V
Commissione consiliare regionale per l’ambiente, da noi richiesta, oltre un anno fa (2 marzo 2023),

il disposto combinato degli artt. 196, 197, 199 e 208 del TUA (Testo Unico Ambientale) definisce
in maniera chiara la competenza: tocca alla Regione, con l’approvazione del PRGRU e non, come
loro dichiaravano in tale circostanza, alla Città Metropolitana e ai Comuni e pertanto li invitavamo
espressamente ad affrettare la loro scelta (da noi sollecitata fin dal giugno 2020) per non
incorrere in emergenze già annunciate. Alle nostre puntuali osservazioni non fu opposta alcuna
replica da parte di alcuno dei componenti della Commissione, men che mai dai due interlocutori.
Il secondo problema vuol chiarire la comunicazione che i lotti 1 e 3 vanno quanto prima messi in
sicurezza. È bene fare una precisazione a proposito del lotto 1: è stato messo in sicurezza fin dalla
fine dagli anni ’90 dello scorso secolo ma è stato successivamente scoperchiato nel suo manto di
protezione per far luogo a due impianti fotovoltaici, che hanno così riattivato la produzione di
percolato (come certificato dal procedimento penale per disastro ambientale) in un sito peraltro
già definito, dal Consiglio Regionale nel 1997, inquinato e da bonificare poiché privo di ogni
protezione (rifiuti indifferenziati depositati direttamente su roccia in zona carsica). Dunque si
tratta, più propriamente, di riavviare un procedimento di messa in sicurezza. Ma questo non
avrebbe rappresentato alcun grosso problema di differenziazione. Ciò che invece non va è l’aver
omesso che relativamente al lotto 3 non solo il PRGRU approvato nel 2021 lo ha inserito nel
novero dei siti a rischio e da bonificare (non era successo col precedente Piano del 2013) ma
anche destinatario di un primo finanziamento di E. 200.000 per la sua messa in sicurezza.
Abbiamo avvertito fin dal primo momento che era largamente insufficiente per potersi parlare
di messa in sicurezza e che intravedevamo in tale provvedimento una vera e propria trappola,
soprattutto per Conversano, Ente territorialmente competente, come abbiamo avuto modo di
segnalare nelle Commissioni speciali Martucci a Mola e Conversano. Intanto non si può negare che
si tratta di un primo piccolo e timido passo nella giusta direzione: sarebbe disonesto e fuorviante.
Tutto ciò avremmo voluto dire ai presenti alla manifestazione in merito alla dissomiglianza di
vedute sui due argomenti, ma ci viene negato e dunque lo affidiamo a questo scritto, per chi avrà
la volontà e possibilità di leggerci.
Ovviamente non è tutto qui: molto altro bolle in pentola e forse sarebbe stato utile farlo sapere
alla gente anche in questa circostanza, ma lo faremo senza alcun dubbio prossimamente.
Siamo memoria storica di questa brutta, annosa e defatigante vicissitudine, ma non ci è stato
permesso di offrire anche il nostro contributo in questo importante (ma non decisivo) momento
collettivo.

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