Convesano, persa un’occasione?
di Franco Iatta
Per il ‘G7’ che si tiene in questi giorni in Puglia, in occasione degli incontri dei capi delle maggiori potenze economiche del mondo, è stata organizzata, in Mesagne, una mostra di pittura che, di certo, sarà annoverata negli annali regionali. Si tiene dal 12 giugno al 30 novembre di quest’anno: nelle sale del castello di Mesagne.
Non a caso è intitolata ‘G7: sette secoli di arte italiana’. E presenta ben cinquantadue (52) opere di alcuni tra i maggiori rappresentanti della pittura italiana. Tra gli altri, infatti, vi saranno presenti Leonardo, Canaletto, Canova, Raffaello e Tiziano. E non mancano di certo famosi artisti pugliesi che si son imposti tra i non certo minori nostri pittori.
Ma nostro avviso manca, purtroppo, di Paolo Finoglio, pittore vissuto alla corte principesca di Giangirolamo II, la celebre monumentale tela intitolata ‘Rinaldo ed Armida nel giardino incantato’. Straordinario dipinto che illustra uno dei celebri episodi della ‘Gerusalemme liberata’ di Torquato Tasso. Dipinto ch’è stato realizzato, nel corso del 600, in Conversano, in una delle sale del Castello-palazzo degli Acquaviva del ramo conversanese. Su
commissione di uno dei più noti e vituperati conti di Conversano.
Conosciuto anche come il ‘guercio delle Puglie’.
Il dipinto, di grande formata, al quale abbiamo accennato, di recente, ha rappresentato la Puglia all’Expo di Milano portatovi da Vittorio Sgarbi. Si tratta quindi di un dipinto noto non solo in Italia.
Infatti è stato presentato anche in una mostra dedicata all’intero ciclo che illustra dieci tra i più noti episodi della ‘Gerusalemme’ presso il Palais des Beaux-Arts de Lille (Francia).
Quindi tra i dipinti prodotti in Puglia di celebrità internazionale manca forse proprio ‘Rinaldo ed Armida nel giardino incantato’: in quel di Mesagne, a far bella mostra di sé tra tanti altri capolavori?.
Questo ‘buco’ si deve, per ciò, considerare un’occasione persa?E perché poi la si deve annoverare tra le occasioni mancate?
Fra gli altri motivi la mancata presenza di ‘Rinaldo ed Armida nel giardino incantato’ è – molto probabilmente – da addebitare al dato di fatto che un articolato studio, sui monumentali dipinti che illustrano la ‘Gerusalemme’ del Tasso, è ‘vecchio’ di ben oltre venti (20) anni. Pur se i dipinti in questione son oggi trionfalmente
esposti nella ‘Pinacoteca civica’ intestata proprio a Paolo Finoglio.
Quindi la comunità artistica (non solo italiana) ha, per ciò, quasi perso di vista i dipinti di Paolo Finoglio. E per ciò steso i sui dipinti.
Dal che ne deriva una precisa, quanto inderogabile indicazione. I tesori che si hanno in casa non li si deve solo amorevolmente custodire, ma li si deve anche far continuamente studiare. In fin dei conti si tratta di far capitalizzare un patrimonio che altrimenti divien solo un oggetto da museo. E Paolo Finoglio come il ‘guercio’ hanno
di certo ben voglia di rivoltarsi – per una ennesima volta – nelle loro tombe.