ASL Bari: Prevenzione cardiovascolare nei luoghi di lavoro: il Dipartimento di Prevenzione entra nelle aziende

Un test con un semplice prelievo dal dito per calcolare il rischio di infarto e ictus nei prossimi dieci anni: già coinvolti circa 600 lavoratori nell’area metropolitana e nel nord barese. Il progetto della ASL Bari proseguirà nel 2025 con particolare attenzione alle piccole e medie imprese

Un semplice prelievo di sangue dal dito, l’analisi di alcuni parametri e la compilazione di un questionario per valutare il rischio di infarto o ictus nei prossimi dieci anni: è il cuore dell’iniziativa lanciata dal Dipartimento di Prevenzione della ASL Bari, attraverso il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPESAL). L’obiettivo è promuovere la salute nei luoghi di lavoro, individuando precocemente i fattori di rischio cardiovascolare nei lavoratori e intervenendo con strategie di prevenzione e assistenza mirata.

Ad oggi, il progetto ha coinvolto circa 600 lavoratori di una decina di aziende dell’area metropolitana di Bari e del nord barese. L’iniziativa, in linea con il Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025, si ispira al Progetto Cuore dell’Istituto Superiore di Sanità, e si rivolge a una popolazione lavorativa di entrambi i sessi, tra i 40 e i 69 anni, senza precedenti eventi cardiovascolari.

Il progetto e i suoi obiettivi: valutazione del rischio e prevenzione mirata

«Le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte, influenzate da stili di vita scorretti, abuso di alcol e fumo – ha spiegato Fulvio Longo, direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL Bari –. Per questo motivo, abbiamo scelto di intervenire direttamente nelle aziende, sottoponendo i lavoratori a test mirati che ci permettono di stimare il rischio di sviluppare un evento cardiovascolare maggiore nei prossimi dieci anni».

Lo screening si basa sull’analisi di parametri chiave come colesterolo, glicemia, pressione arteriosa, età, sesso, abitudini di vita e presenza di patologie come il diabete. Sulla base dei risultati, viene individuata una classe di rischio (basso, medio o alto), permettendo di attuare interventi di prevenzione personalizzati.

Per ogni azienda coinvolta sono state redatte relazioni conclusive, con dati anonimi e suddivisione per fasce di rischio. Sono stati inoltre distribuiti opuscoli informativi sulla salute cardiovascolare, organizzati interventi collettivi di educazione sanitaria e counseling nutrizionale e, nei casi più critici, attivati contatti diretti con il medico competente e il medico di medicina generale.

Un supporto concreto con il counseling nutrizionale

Il progetto prevede anche un supporto nutrizionale per i soggetti più a rischio. Il Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) ha collaborato attivamente alla strutturazione dell’iniziativa, offrendo ai lavoratori con rischio elevato l’accesso a percorsi di counseling nutrizionale presso gli ambulatori di Altamura e Molfetta.

Uno sguardo al futuro: più attenzione alle piccole e medie imprese

Il programma proseguirà per tutto il 2025, con un focus particolare sulle piccole e medie imprese, nell’ottica di garantire equità nell’accesso alle iniziative di prevenzione. Il progetto non solo aiuta a ridurre il rischio cardiovascolare, ma contribuisce anche a migliorare il benessere generale dei lavoratori, con un impatto positivo sulla loro qualità della vita e sulla produttività aziendale.

Un esempio concreto di come la prevenzione possa entrare direttamente nei luoghi di lavoro, trasformandoli in spazi di promozione della salute e di consapevolezza sanitaria.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *