Sembra di rivivere lo stesso incubo, dopo la ceramica l’Eco Leather
Quattrocento famiglie che rischiano di rimanere per strada non sono uno scherzo per una città come Monopoli che di drammi finanziari e occupazionali ne ha vissuti diversi, dai due fallimenti finanziari alla chiusura della Tognana. Ora a rischiare sono i dipendenti della Eco Leather che rischiano seriamente di trovarsi per strada in una città che non offre alternative occupazionali. Checchè se ne dica la città turistica assicura reddito solo ad una risicatissima fascia della popolazione. <<Nell’assemblea dei lavoratori tenutasi nei giorni scorsi alla Eco Leather – si legge in un comunicato nel gruppo fb Salviamo la Eco Leather – i sindacati hanno riferito ai lavoratori quali sono le intenzioni dell’azienda nel prossimo futuro. Nell’ imminenza della scadenza dei primi 12 mesi dei Contratti di Solidarietà e della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per i lavoratori del Taglio, la proprietà della Eco Leather fa sapere che, nella migliore delle ipotesi , saranno in totale circa 170 i lavoratori destinati alla mobilità e quindi al licenziamento e che il sacrificio di questi servirebbe a scongiurare la cessazione totale dell’ attività. Non un fulmine a ciel sereno quello abbattutosi poiché facilmente prevedibili erano le conseguenze della delocalizzazione operata due anni e mezzo or sono. Difatti,da quando il reparto Taglio è stato trasferito in Romania , al ciclo produttivo è stato sottratto circa l’ 80% della produzione di pelli che la Quality Leather ( reparto de localizzato in Romania) si procura altrove a costi inferiori. A parte la solita litania recitata dall’ azienda minacciando la chiusura totale, c’è di nuovo che un ipotetico investitore straniero sarebbe disposto ad acquistare alcune quote societarie e che proprio quest’ ultimo abbia posto come condizione il ridimensionamento strutturale. Chi, però,ben conosce la scarsa scrupolosità del “patron” Attilio D’apolito, non faticherebbe più di tanto a comprenderne l’ inattendibilità : basterebbe, infatti, informarsi sulle vicende che lo hanno riguardato con le aziende di Curtarsa in Argentina e ad Arzignano nel Vicentino. A questo punto, non ci resta che attendere gli sviluppi dei prossimi giorni per capire ciò che potrebbe concretamente configurarsi e soprattutto quali saranno le reazioni, da un lato dei sindacati corresponsabili della della delocalizzazione, dall’ altro dell’ amministrazione comunale che in passato ha già dimostrato la propria indifferenza giustificando le strategie aziendali e ignorando la nostra petizione>>. Intanto oggi è iniziata la protesta dei lavoratori ai quali va la solidarietà di sudestonline.
Cosimo Lamanna