Monopoli: c’era una volta il “Radar”
Partiamo subito con quella che sicuramente è una bella notizia per la cittadinanza, vale a dire il recupero completo del Radar, uno dei luoghi più cari a tanti nostri concittadini. Stabile in stile Bauhaus, ubicato in via Magenta, la cui costruzione risale al 1938 – 1939 circa, ai tempi del fascismo. Innovativo per design e architettura, legati al razionalismo e al funzionalismo, facenti parte del cosiddetto movimento moderno, il Radar nasce come albergo signor Anselmo Camicia, proprietario della villa accanto, con il nome Hotel Savoia. Il progettista è l’ing. Gimbattista Giannoccaro, che lo realizza secondo i canoni dello stile summenzionato, caro appunto alla cultura fascista: tondeggiante e imponente. Conta di due zone con funzioni distinte: una sala utilizzata per le rappresentazioni teatrali e cinematografiche e un albergo, data la vicinanza alla stazione ferroviaria. La struttura poteva ospitare circa 800 posti a sedere. La sala per le proiezioni cinematografiche rimane in funzione sino ai primi degli anni ‘ 80, quando, con l’avvento della Tv a colori, in tutta Italia si registra una crisi del cinema e così, anche il Radar venne chiuso. L’albergo della famiglia Camicia funzionò fino agli anni settanta; in seguito fu utilizzato per “ospitare” gli uffici dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione e alla Cultura. Nel 1987 l’allora sindaco Franco Alba, dopo la perizia redatta dall’ing. Vito Andrea Fiume, acquista l’immobile al prezzo di 1 miliardo e 300 milioni. Proprio in queste ultime settimane il contenitore culturale è stato inaugurato e restituito alla città, non senza qualche polemica da parte dell’Associazione Monopoli 5 Stelle che, pur nella soddisfazione per la riapertura del Radar, non è convinta relativamente all’affidamento del ristrutturato contenitore culturale cittadino. Nel particolare all’associazione pentastellata, com’è stato ribadito durante una conferenza stampa svolta nei giorni scorsi, non convince l’affidamento della gestione ad un privato e su questo punto ha manifestato l’intenzione di fare chiarezza. Chi scrive, invece, non può che comunicare una sua sensazione, comune peraltro a quella che ho provato entrando nella nuova biblioteca. Non so perché ma non riesco proprio a percepire il senso della storia in questi luoghi ristrutturati, quasi come se gli stessi siano stati privati della propria anima, ambienti rimodernati, troppo rimodernati senza alcun senso di quello che è stato. Le nostre foto, relative ad una riapertura straordinaria effettuata nel 2008, con visite guidate a cura del Ctg Egnatia di Monopoli, mostrano alcuni elementi che forse avrebbero potuto trovare spazio all’interno del cinema così, per testimoniare il tempo che fu … Ma forse queste sono solo romantiche esternazioni inutili, di fronte alla macchina dell’efficienza e della fenomenica perfezione. Molto interessante, al di là di queste mie personalissime considerazioni, appare il cartello di appuntamenti presentato dall’Amministrazione Comunale alla quale va senz’altro il merito di aver creduto nel progetto culturale.
Cosimo Lamanna