La Libreria Mondadori/Chiarito resta a Monopoli. Nessuna chiusura, solo un’analisi del mercato monopolitano
“Se chiude la mia libreria è un problema mio, ma se chiude una libreria è un problema di tutti”. Con questa frase sibillina il dott. Decio Chiarito, titolare della libreria Mondadori/Chiarito di Monopoli, ha concluso la nostra “chiacchierata” allo scopo di chiarire e nel contempo smentire l’erronea notizia apparsa su certa stampa locale, che dava la libreria prossima alla chiusura. “Non è assolutamente così – ci dice Decio Chiarito – la mia era un’analisi più profonda sullo stato dell’impresa culturale a Monopol,i partendo dalla soddisfazione espressa dal prof. Michele Suma per il successo del Sudestival”. Chiarito fa una lettura diversa e generale rispetto allo stato della cultura a Monopoli, ritenendo che invece la chiusura di un cinema e il continuo cambio di gestione dell’altro, non siano sinonimo di salute. A questo ci sentiamo anche di aggiungere le ormai croniche carenze di una città di 50.000 abitanti che non ha un teatro e che può contare ancora solo su una biblioteca part time. Inutile sottolineare, inoltre, il grosso contributo in termini di promozione del cinema e dell’intera città svolto proprio dal Sudestival. Ma torniamo alla lettura e all’attenzione del pubblico monopolitano ai libri: << un’analisi del territorio – afferma Chiarito – mette in luce che la Puglia è la penultima regione a livello nazionale per acquisto di libri e all’interno della provincia di Bari, tra le ultime, Monopoli è l’ultima. Il rapporto tra gli abitanti e i libri acquistati a Monopoli, è enormemente al di sotto della media nazionale>>. I monopolitani non acquistano libri, e questo è un dato statistico reale: <<il libro va considerato un bene economico – dice con convinzione Chiarito – in quanto è un prodotto limitato, presente nel tempo e nello spazio e come tale va acquistato. Ancora oggi in Italia c’è la strana convinzione che la cultura non debba essere considerata una fonte di economia, quando invece dovrebbe avere un peso determinante nell’economia nazionale>>. A cosa attribuire questa crisi nelle vendite? <<Sicuramente le Istituzioni scolastiche dovrebbero fare di più, soprattutto nella scuola secondaria di secondo grado. I bambini della scuola primaria e della secondaria di primo grado leggono molto di più. Con il Polo Liceale di Monopoli, per esempio, nonostante la massima disponibilità mostrata costantemente dal dirigente scolastico prof. Martino Cazzorla, non si è riusciti a portare avanti in maniera convincente un progetto lettura, cosa che invece siamo riusciti a realizzare a Fasano, Gioia del Colle, Molfetta, Modugno, perché non a Monopoli?>>. Il progetto lettura di cui parla Chiarito, in sostanza, prevede la presentazione di sei libri, i cui autori incontrano realmente i ragazzi al termine del percorso di lettura. La durata è di sei mesi, al fine di consentire il termine dell’impegno anche in vista degli impegni scolastici di fine anno per i ragazzi di quinto anno. <<Abbiamo anche cercato di proporre autori più vicini e allettanti per il mondo giovanile, con lo scopo di consentire un progressivo e graduale avvicinamento dei giovani alla lettura, dapprima con autori più vicini a loro, poi con i grandi classici>>. Ma com’è nato l’equivoco della chiusura? <<In realtà gli equivoci sono due, il primo è quello secondo il quale avrei criticato l’operato di Spada e dell’Amministrazione. Non è così, da Spada e dell’Amministrazione abbiamo avuto sempre il massimo appoggio alle nostre iniziative, il problema invece è che questa città non ha una propria identità, quella identità che invece le consentirebbe di fare maggiormente attenzione alla propria collettività facendo si che le risorse restino nella propria città. Perché andare ad acquistare i libri fuori, ad esempio a Bari? L’altro equivoco è quello relativo alla chiusura. La mia libreria non chiuderà: si trattava solo di un’indicazione data da Mondadori che, pur prendendo atto dell’idoneità del punto vendita e della bontà delle strategie di marketing adottate e anche sulla base anche di un confronto con la concorrenza, consigliava di trasferire l’attività da Monopoli a Conversano, ad esempio, proprio perché a Monopoli non c’è sufficiente attenzione alla lettura. Questo non significa né che chiuderò bottega, né che mi trasferirò altrove. La libreria resterà a Monopoli anche se dovessi perdere il marchio Mondadori, perché queste sono scelte aziendale sulle quali non entro in merito>>. Va sottolineato, altresì, il fatto che, in qualità di operatore culturale, la libreria Chiarito abbia dirottato verso Monopoli le tratte ordinarie della letteratura contemporanea, con nomi nazionali e internazionali, dando visibilità alla città di Monopoli. Per concludere per dirla alla Chiarito, se chiude una libreria il problema è di tutti, è di un’intera collettività che non riesce ad avere adeguata attenzione alla cultura, alla lettura, forse perché distratta da tante altre cose.
Cosimo Lamanna