Monopoli: arrestato usuraio, ma la vicenda merita una riflessione.
La notizia diffusa questa mattina dai principali organi di stampa locali e riguarda l’arresto, da parte dei carabinieri di Monopoli (Ba) di un 57enne del luogo, di cui non sono state rese note le generalità, con l’accusa di usura ed estorsione ai danni di imprenditori del luogo. L’indagato, peraltro già noto alle forze dell’ordine, prestava soldi a gente in difficoltà, chiedendo poi interessi superiori al 300% ogni anno. A spaventare le vittime, era sufficiente solo la presenza o il nome dell’individuo, a quanto pare già appartenente a un’organizzazione di stampo mafioso oggi sciolta. Ma spesso la presenza non bastava e allora sopraggiungevano minacce, anche a moglie e figli, e finanche botte per coloro i quali non riuscivano più a pagare, fino a quando alcuni imprenditori/vittime, stanchi delle angherie, hanno deciso di denunciare, di qui le indagini e l’arresto. A casa , l’arrestato aveva circa 13mila euro in contanti, oltre ad un quaderno per annotare in maniera certosina prestiti e scadenze. L’arresto dello strozzino, tuttavia, deve rappresentare anche uno spunto di riflessione sullo stato dell’economia nella nostra città e sulla capacità delle istituzioni di stare vicini ai bisognosi al fine di evitare che gli stessi finiscano preda di questa gente. Secondo una notizia ANSA del nese di giugno le famiglie con una grande esposizione all’usura, con i conti in fallimento, sono aumentate, in dieci anni, del 53,5%, passando da 1 milione e 277 mila a quasi due milioni (1.959.433). La “Riserva economica”, ovvero il margine che si presenta nella disponibilità della famiglia, è diminuita infatti del 13%. Rispetto alla distribuzione geografica, con la minore esposizione all’usura troviamo nove province del nord-est, 11 del nord-ovest, 6 del centro-nord e la Capitale. La grave esposizione all’usura, invece, riguarda tutte le province calabresi (Reggio e Crotone in modo particolarmente drammatico), 7 province siciliane, quelle pugliesi e Potenza per la Basilicata. Solo Benevento e Avellino restano fuori dal campo delle maggiori crisi, pur collocandosi la provincia irpina appena fuori dell’area del rischio estremo. Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca presentata nel convegno a Milano, organizzato dalla Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II, l’associazione legata alla Cei con sede a Bari. L’arresto di oggi impone una seria riflessione da parte delle istituzioni locali su quanto si possa fare per prevenire o arginare la piaga sociale dell’usura che, com’è evidente, non risparmia anche la nostra città che, forse, dietro le tante luci estive, nasconde anche molte ombre.
Cosimo Lamanna