Monopoli, mozione Segre approvata però…
Come ho già detto in una precedente dichiarazione, un mesetto un paio di concittadine e amiche mi hanno suggerito di proporre anche a Monopoli, come già stavano facendo in quei giorni in altri comuni Italiani, il conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre.
Quindi, ho subito proposto ai consiglieri di opposizione di sottoscrivere una mozione con la quale impegnare il Sindaco e il Presidente del Consiglio, affinché fossero posti in essere tutti gli adempimenti necessari per procedere al conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice, con la seguente motivazione: “Per essersi distinta nel campo del sociale quale testimone contro l’intolleranza, il razzismo, l’antisemitismo e l’istigazione all’odio e alla violenza, con una continua attività di sensibilizzazione delle giovani generazioni, svolta soprattutto nelle scuole”.
E’ noto a tutti, che nelle ultime settimane in tutta Italia si sono moltiplicate le iniziative per dimostrare vicinanza e sensibilità alle tematiche ed alla battaglia civile portata in giro dalla Senatrice Liliana Segre, soprattutto dopo le numerose minacce seguite al voto in Senato per l’istituzione della commissione straordinaria “Segre” che si occuperà del contrasto ai fenomeni di intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.
Quel giorno il nostro parlamento aveva la possibilità di scrivere una bella pagina della nostra storia democratica, ma sappiamo bene come è andata, hanno prevalso i tatticismi partitici.
Fortunatamente ieri in consiglio ha prevalso un sentimento di tolleranza e di rispetto nei confronti di chi ogni giorno si batte contro il dilagare del razzismo, di chi non si risparmia di girare l’Italia per testimoniare la sua personale vicenda e gli orrori subìti dalla popolazione italiana di religione ebraica (a causa delle leggi razziali fasciste applicate in Italia a partire dal 1938).
Non dimentichiamoci che le minacce ricevute dalla Senatrice, sono state di gravità tale, da comportare la necessità di sottoporla all’età di 89 anni ad un protocollo di protezione, assegnandole una scorta. E una scorta civile le si è stretta attorno in un abbraccio umano, poco più di una settimana fa quando 600 sindaci e loro rappresentanti, ma soprattutto tanta gente comune, è scesa in piazza a Milano per dirle che l’odio non ha futuro, che non siamo indifferenti e che lei non è sola.
Purtroppo quella sera lì non c’era nessuno a rappresentare il nostro comune.
Un’assenza alla quale, forse, si è posto rimedio con il voto di ieri. Certo, sarebbe stato un bel gesto se la mia proposta di anticipare la discussione rispetto al Bilancio fosse stata accolta, ma così non è stato e ci è giunti a votarla al termine di un lungo consiglio. Mi rincresce molto che tre consiglieri di maggioranza abbiano preferito restare fuori durante la discussione e la votazione di questa proposta, ma sono altrettanto felice del risultato.
Credo che con questo simbolico riconoscimento abbiamo non solo onorato la storia personale della senatrice Segre, ma anche dedicato un ringraziamento speciale per la sua instancabile e preziosa testimonianza. Mi sento di ringraziare tutti i consiglieri rimasti in aula ieri che hanno votato a favore di questa mozione, ma anche il Sindaco e il Presidente del Consiglio che sono convinta in breve tempo daranno il via a tutti gli adempimenti necessari per questo importante riconoscimento.
Il nostro Paese sta vivendo un preoccupante ritorno a fenomeni di discriminazione razziale che sembravano brutti ricordi del passato e chi come me rappresentiamo migliaia di cittadini, chi, come me, rappresenta le istituzioni ha il DOVERE di rispondere all’intolleranza con la cultura, all’odio con la democrazia e la pace, valori che la senatrice Segre incarna pienamente e in cui la nostra piccola comunità – città della Madonna della Madia – si rispecchia, ispirando la propria azione al rispetto e alla tutela delle diversità etniche, linguistiche, culturali, religiose e politiche, anche attraverso la promozione dei valori e della cultura della tolleranza.