Da stasera bloccati treni notturni per il Sud
Un altro esodo in corso dal Nord verso la Puglia. Sono 3 mila le persone che dal 12 marzo si sono auto-segnalate al sito della Regione e si sono messe in quarantena. Dal 29 febbraio sono 16.545 i pugliesi che sono tornati a casa dal Nord. Un sovraccarico di questo genere per il sistema sanitario pugliese che sarà difficilissimo da gestire. I migranti di ritorno ci stanno portando tanti altri focolai di contagio che si sarebbero potuti evitare. Ma ora che sono tornati? Non sarebbe stato opportuno imporgli una quarantena lontano da genitori, fratelli, nipoti, amici, nonni e malati che rischiano di morire se contagiati? Questa la domanda che richiede una risposta urgente. Il prefetto, il presidente Emiliano e tutta la sua task force dovrebbero schierare le forze dell’ordine e gli operatori sanitari a tutte le vie d’ingresso: porti, stazioni, autostrade, strade statali e aeroporti. Dovrebbe imitare il suo collega siciliano Nello Musumeci che ha chiesto al governo nazionale il blocco, in giornata, dei treni per il Sud per chiudere così potenziali linee di contagio e garantire la tutela della salute della popolazione, dal personale viaggiante fino ai cittadini delle Regioni dove ancora il virus sembrerebbe darci il tempo di issare un argine. Servono decisioni importanti ma anche la prudenza e la collaborazione di tutti, specie di chi è in arrivo. Non si può vanificare lo sforzo ed il sacrificio che sta compiendo in questi giorni la comunità pugliese.
La protesta del governatore siciliano non è rimasta inascoltata. E’ notizia di un paio d’ore fa che da questa sera i treni notturni per il Sud non saranno più disponibili. Lo ha comunicato il Ministero delle infrastrutture e trasporti, alla luce del decreto firmato dalla ministra delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, relativo alla riduzione dei treni ordinari a lunga percorrenza. «Al fine di contrastare e contenere l’emergenza sanitaria da coronavirus – prosegue la nota – il Mit sta progressivamente razionalizzando l’offerta in accordo con gli operatori sanitari».