EDITORIALE – Comuni, bilancio a maggio, non basta
Slitta al 31 maggio 2020 la scadenza dei bilanci di previsione 2020 e del Rendiconto 2019. Ma secondo i sindaci non basta. La tenuta funzionale e organizzativa dei Comuni, sul piano operativo e, soprattutto, sul piano finanziario, è messa a dura prova dall’emergenza coronavirus con maggiori oneri, entrate ridotte che avranno un impatto sui bilanci. Un quadro che, come ha scritto Antonio De Caro (presidente dell’Anci nazionale e sindaco di Bari) al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, “allarma me e i miei colleghi: il Paese rischia il collasso dell’unica istituzione di prossimità sul territorio nazionale”. I Comuni stanno sostenendo le misure del governo contro la diffusione del virus e stanno facendo l’impossibile per assicurare comunque, nonostante le restrizioni, servizi ai cittadini. Ma il decreto ‘Cura Italia’ non contiene quel che è indispensabile ai Comuni. Basti pensare alla crisi drammatica del trasporto pubblico locale o alle mancate entrate da Tosap, parcheggi a pagamento, Imposta di soggiorno. Entrate dalle quali dipendono i servizi ai cittadini.
Non si può aspettare l’evolversi della crisi. Ai comuni serve liquidità. I sindaci propongono il “pagamento di Fsc (fondo di solidarietà comunale) e altre spettanze pagandole subito e per intero”. Liberare quote di avanzo di amministrazione, potrebbe consentire a molti comuni di andare incontro alle esigenze di famiglie fragili, imprese, partite Iva e autonomi. Altre proposte: “Abbattere al 60 per cento l’obbligo di accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità – evidenzia De Caro – che significa liberare risorse di spesa corrente per 5 miliardi di euro; estendere la sospensione delle rate dei mutui alla Cassa depositi e prestiti”. In questo momento è decisivo riconoscere, da parte del Governo, il grande senso di responsabilità e di leale collaborazione manifestato dai sindaci fin dal primo momento di questa emergenza. La crisi dei Comuni è già in atto (tanti Comuni stanno promuovendo raccolte di fondi tra i cittadini per sostenere i servizi essenziali) e deve essere arginata subito. Non farlo esporrebbe l’intero Paese a rischi ancora maggiori in questo drammatico momento.