Emiliano riapre Triggiano, esclude lo Jaja di Conversano
BARI Emiliano riapre l’ospedale Fallacara di Triggiano ed esclude il Florenzo Jaja. La notizia è contenuta nel comunicato diramano pochi minuti fa dalla Asl Ba: “Venti posti letto sono pronti, già da sabato 18 aprile, per avviare la fase 2 del contrasto all’emergenza Covid-19. La ASL Bari – spiega il Direttore Generale Antonio Sanguedolce – ha destinato a questo fine il Presidio Post Acuzie (PPA) di Triggiano che, secondo quanto previsto dal Piano Ospedaliero Coronavirus della Regione Puglia, ha il compito di accogliere i pazienti dimessi dagli Ospedali Covid (Policlinico di Bari e “Miulli” di Acquaviva) e fornire l’assistenza necessaria nel periodo di convalescenza post-acuzie”. “Si tratta di gestire – rimarca Sanguedolce – pazienti paucisintomatici o clinicamente guariti, avendo superato le manifestazioni cliniche associate all’infezione, ma che devono attendere l’esito negativo dei due tamponi di controllo per poter tornare al domicilio nella massima sicurezza, o che in qualche caso necessitano di interventi riabilitativi specifici”. E’ la stessa proposta che i medici di Conversano, senza il sostegno del sindaco Loiacono, hanno proposto al presidente Emiliano e al sindaco Loiacono, ed è inoltre contenuta nella petizione promossa (primo firmatario il neurologo Luigi Giampietro) per sostenere questa proposta.
Leggendo la nota della Asl si comprende bene quale occasione Conversano stia perdendo, per la cecità dei politici. “In prima battuta nel Presidio Post Acuzie di Triggiano sono stati attrezzati 20 posti letto post acuzie Covid. In particolare, sono stati adeguati gli ambienti del 2° piano (14 posti letto) e quelli del 1° piano (6 posti letto), completamente isolati rispetto al resto dell’edificio, che continuerà a garantire le altre prestazioni sanitarie, e con un percorso separato per l’ingresso dei pazienti. Qui saranno accolti i pazienti usciti dalla fase acuta trascorsa nelle strutture Covid, non suscettibili di assistenza respiratoria, nell’attesa della negativizzazione. Il reparto dispone di stanze singole e doppie, alcune a pressione negativa, con percorsi dedicati e segnalati con cartellonistica specifica, spazi per vestizione e svestizione del personale, area rossa non accessibile senza i necessari dispositivi di protezione individuale. L’organizzazione della struttura prevede modalità diverse di esecuzione degli esami strumentali, sostanzialmente la radiografia del torace e l’elettrocardiogramma, utilizzando apparecchiature portatili oppure in modalità online, sfruttando la possibilità di refertazione in remoto garantita dall’unità di Cardiologia dello stesso presidio. L’imperativo di questa nuova organizzazione sta nell’evitare qualsiasi tipo di contatto con l’esterno, sostanzialmente le aree non-Covid, il che impone che i pazienti Covid non vengano spostati e non vi sia alcuna commistione né di personale né di strumenti. Per questo è stato previsto e allestito anche un percorso dedicato per i prelievi ematici, in un luogo isolato e diverso da quello che normalmente serve l’utenza esterna”.“Il nostro reparto – spiega la responsabile, l’infettivologa Maria Federico – funziona con tutte le precauzioni di un Ospedale Covid, con la differenza che trattiamo la fase post acuzie, i pazienti sono in buone condizioni e il personale è preparato per gestire la terapia giornaliera sino alla completa guarigione, certificata con l’esito negativo di due successivi tamponi, e quindi alla dimissione”.
L’unità post-Covid comprende un’équipe medica e 18 infermieri (con un coordinatore) che assicureranno la necessaria turnazione.