Arrivano i “Poct”, tamponi rapidi nel Pronto Soccorso
Il tampone richiede tempi elevati per il passaggio in laboratorio. Per ridurre i tempi, sono arrivate sul mercato delle macchine in grado di eseguire il test rapidamente, su pochi campioni. I tecnici le chiamano Poct, che vuol dire point of care test: test sul posto che forniscono il risultato anche in 15-20 minuti. Quelle che sono arrivate anche in Puglia dovrebbero impiegare 45 minuti, anche se in pratica serve poco più di un’ora.
Il primo kit (fornito dalla Diasorin) è infatti già in sperimentazione da 10 giorni al «Perrino» di Brindisi dove effettua una cinquantina di test al giorno (impiegando circa 70 minuti). Altre otto macchine verranno dislocate negli ospedali del Barese (non è stato precisato in quali), e man mano ne saranno disponibili altre per tutte le altre strutture sanitarie anche grazie all’intervento della Protezione civile. Verranno utilizzate non tanto per ampliare il numero dei tamponi «classici» (come si è fatto a Brindisi) ma per aumentare la sicurezza dei luoghi di cura e consentire il ritorno alla normalità.
I kit rapidi per la diagnosi molecolare sono dei veri e propri laboratori in miniatura: il personale sanitario inserisce il flaconcino con il campione, che in precedenza deve essere mescolato con il reagente. La macchina esegue l’analisi e fornisce il risultato in tempi rapidi (alcune anche in 15-20 minuti). Le macchine Diasorin hanno la possibilità di processare otto campioni alla volta, ma in commercio ne esistono anche modelli che analizzano un singolo campione. Quelli autorizzati sono finora meno di una dozzina, tra cui tre sono sviluppati in Italia.
Dal punto di vista pratico la differenza con il tampone tradizionale è enorme, perché il campione va prelevato e consegnato al laboratorio di riferimento territoriale che lo mette in coda e poi lo esamina: in situazioni di emergenza in Puglia è possibile ottenere una risposta in tre-quattro ore, ma normalmente i responsi richiedono anche più di una giornata. In più le macchine che in laboratorio eseguono la prima parte del procedimento (la Pcr, che «amplifica» il campione prelevato consentendo poi di sottoporlo ad analisi molecolare) lavorano su 24-48 campioni alla volta: per non sprecare un kit di reagenti bisogna attendere che il carrello dei campioni sia pressocché pieno. Poter fare il test sul posto, su otto campioni e in meno di un’ora rappresenterà un passo avanti enorme e consentirà di essere molto più efficaci.
Le macchine Poct verranno utilizzate negli ospedali, ad esempio al pronto soccorso nei triage covid. È un passaggio indispensabile in prospettiva della riapertura ordinaria su cui la Regione dovrebbe decidere nel corso della settimana. Chiunque entrerà nei reparti, con mascherina, sarà sottoposto come già oggi a rilevazione della temperatura e del livello dell’ossigeno. In caso di dubbi e di presenza di sintomi, il personale del Pronto soccorso potrà effettuare il tampone immediatamente. Stesso discorso, ad esempio, prima di un ricovero per un intervento ordinario: in questo modo si garantisce la sicurezza di tutti, partendo dal personale dei reparti.