Monopoli, Piano Casa, il commento del PD
Riceviamo e pubblichiamo la nota del PD di Monopoli a proposito del Piano Casa.
Abbiamo atteso un po’ prima di commentare la Sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità di due articoli della Legge Regionale sul Piano Casa, per evitare letture frettolose, fuorviante, faziose.
Il Piano Casa per molti anni si è rivelato uno strumento utile e straordinario, soprattutto per quelle amministrazioni che non erano dotate di strumenti urbanistici di pianificazione adeguati alle nuove norme regionali.
E riteniamo che la Corte Costituzionale, seppur in maniera implicita, ne abbia semplicemente cassato alcuni eccessi applicativi, scaturiti da incomprensibili e ripetute modifiche che, nel corso degli anni, la Regione Puglia ha ostinatamente applicato per estendere le norme del Piano Casa fino a diventare l’unica alternativa ad ogni forma di pianificazione.
Questa tendenza non ha mancato di sviluppare un notevole conflitto normativo, ben presto sfociato in clamorose bocciature, prima da parte del Giudice amministrativo e poi, persino dalla Consulta, legittimando le perplessità di chi – come noi – con garbo ma con fermezza, ha sempre evidenziato gli eccessi e le storture di una legge che, con gli anni, aveva smarrito il suo spirito originario.
L’amministrazione di Monopoli, per quanto indulga ad assumere le vesti di innocua ed ignara spettatrice e ora di sedotta e abbandonata, avrebbe potuto e dovuto evitare qualsiasi conseguenza negativa di una bocciatura della versione pugliese del Piano Casa, del resto largamente annunciata e prevedibile, alla luce delle numerose pronunce del T.A.R., su cui abbiamo innestato, insieme alle altre forze politiche di opposizione, una proposta di emendamento alla legge regionale, una proposta di emendamento del regolamento comunale applicativo della norma regionale, e persino diffide al dirigente all’Urbanistica a non rilasciare permessi di costruire rispetto ai progetti di piano casa presentati.
Abbiamo persino promosso incontri e confronti tra diverse forze politiche, alla presenza di referenti politici regionali.
Tutto questo avrebbe potuto e dovuto indurre l’Amministrazione Comunale ad una serie riflessione che, probabilmente, avrebbe evitato di illudere tanti cittadini, allettare molti imprenditori e prestare il fianco ad uno scenario dai contorni alquanto incerti e problematici.
E l’amministrazione comunale non avrebbe riscontrato particolari difficoltà in questa iniziativa, in ragione dell’esistenza di uno strumento urbanistico, il nostro P.U.G. che ha rappresentato, in questo ultimo decennio, il punto di forza e il volano per una Città che è cresciuta, che ha realizzato servizi, che ha introitato enormi risorse a titolo di oneri e che ha garantito lavoro alle imprese e a migliaia di lavoratori.
A questo punto, riteniamo indispensabile che l’amministrazione regionale rimedi agli eccessi di una legge che ha smarrito il suo spirito originario e riformuli un Piano Casa che rispetti i paletti posti dalla giurisprudenza e, prima ancora, dal buon senso.
Parimenti, riteniamo urgente che l’amministrazione comunale provveda immediatamente a valutare le conseguenze della pronuncia della consulta e ad adottare le modifiche che si rendono necessarie.