Monopoli, Morga “Mohammed sarà seguito”
Molti in questi giorni si sono interessati al caso di “Tidiane” o “Mohammed” come chiamato da tutti a dimostrazione che nonostante tanti limiti, la nostra società civile, oltre che da Enti è fatta da persone.
Devo dire e ribadire con forza, che mettendo da parte ogni tipo di strumentalizzazione o polemica, ho apprezzato concretamente le idee portate da tanti, le sollecitazioni di associazioni e di tanti cittadini per il ragazzone senegalese, perché il compito di noi politici è quello di trovare le soluzioni per i problemi che ci vengono indicati e prospettati.
Però l’importante è comprendere che non sempre le soluzioni sono dietro l’angolo, perché ogni scelta politica o di intervento delle autorità, deve tener conto oltre che del buon senso anche del principio di legalità e delle regole di cui si è dotata la nostra stessa società anche se spesso sono di difficile applicazione.
Non è stato facile assolutamente, per niente.
Spesso ci lasciamo a commenti di “pancia” che seppur “lanciati” nella rete con buone intenzioni non tengono conto della concretezza dei fatti; una buona azione amministrativa deve tener conto della necessità di raggiungere un risultato, il migliore possibile per tutti. Ma serve tenere conto di due cose: della legge, delle sue norme applicative e dei concreti strumenti a disposizione per chi deve applicarle.
La nostra società deve, assolutamente, far battere il suo cuore per l’accoglienza e non per creare distanze, per l’inclusione e non per la divisione, ma anche per la tutela della sicurezza della salute e la tutela dell’ordine pubblico.
Ecco che contemperare e conciliare tutte queste cose in un’azione efficace e seria diventa fondamentale e prioritaria.
Sin da quando Tidiane è stato presente nel nostro territorio ogni Ente ha svolto il suo compito nel rispetto delle regole. Per esempio la Polizia di Stato lo ha più volte controllato, poi accompagnato presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Bari in quanto irregolare, ove, per l’impossibilità di collocarlo in un Centro per il Rimpatrio (come prevede la legge), gli è stato imposto l’Ordine di lasciare il territorio dello Stato più volte. Ma Tidiane non ha potuto o voluto rispettarlo perché lui vorrebbe restare in Italia, ed ogni volta ritornava al suo posto. E questo nonostante sia stato arrestato nel 2003 a Napoli e poi nella nostra città nel 2018 per una pena da scontare, restando in carcere per diversi mesi come da lui stesso raccontato. Ma poi è sempre tornato al suo posto, lì alla “sua” scuola.
In ogni caso questo non significa che non meritasse il nostro aiuto. Appunto, questo è stato il problema: lui non lo ha mai accettato il nostro aiuto, e le segnalazioni sul suo caso ci hanno spinto ad un approccio approfondito del suo caso, che ci ha visto impegnati, su più fronti e contemporaneamente in più Enti, instancabilmente.
L’emergenza epidemiologica aveva aggravato questo problema: per la tutela della salute dei cittadini tutti e per la sua stessa serviva un’azione decisa ed immediata. Avevo già detto del degrado assoluto raggiunto nel posto da lui occupato, con condizioni igieniche che non potevano più essere tollerate, per nessuno, né tantomeno per lo stesso Tidiane.
I suoi problemi erano sotto gli occhi di tutti, ed ancora una volta, come ho ribadito alcuni giorni fa è stato necessario un vero lavoro di “squadra”. La strada era stata avviata a gennaio scorso con l’equipe del protocollo per i casi complessi.
Infatti, mentre la zona da lui occupata veniva sanificata a cura dell’Assessorato dei Lavori Pubblici, Tidiane veniva ancora una volta accompagnato in Questura, sempre per i problemi legati alla “concreta” possibilità di collocarlo in un Centro di Rimpatrio, ma si ripeteva l’indisponibilità indicata dal Ministero dell’Interno (attualmente aggravata dal distanziamento sociale che ha ridotto i posti disponibili) e veniva nuovamente lasciato libero, come prevede la legge, appunto.
La sera stessa Tidiane ritornava nella zona di Porta Vecchia, dove trovava tutto pulito, ma non aveva più la possibilità di occupare l’androne della scuola abbandonata.
Ma non ci siamo arresi, nonostante il rifiuto costante di dimora alternativa, seppure temporanea, il personale del Servizio Sociale veniva affiancato dal Centro di Salute Mentale di Monopoli, la cui responsabile dott.ssa Paola Clemente, merita una citazione speciale per l’incredibile sensibilità mostrata, per la sua professionalità, per la sua tenacia; è stata la svolta, perché la dottoressa è stata capace di creare quella empatia e quel dialogo con il cittadino extracomunitario, che pur approcciato con caratteristiche di dolcezza e disponibilità ha mantenuto quella fermezza necessaria che deve contraddistinguere un intervento “pubblico”.
Tidiane non ha accettato le prime volte nessun aiuto, ma la psichiatra ha inquadrato il suo interlocutore e non si è arresa. Più volte io stessa mi sono recata a parlare con Tidiane per proporgli altre soluzioni, ma ho ricevuto personalmente, sempre rifiuti.
Purtroppo con il caldo anche le sue condizioni di salute continuavano a peggiorare giorno dopo giorno. Il TSO diventava, devo dirlo, purtroppo, veramente l’unico strumento sanitario e di legge che potesse fornirgli un aiuto.
Ma anche qui sorgeva un problema: la mancanza di posti nelle strutture specializzate! Abbiamo atteso giorni e giorni, ma l’impegno del Centro di Salute Mentale è stato costante e continuo, fino a quando abbiamo trovato un posto per Tidiane.
Il sindaco ha firmato il provvedimento nel primo pomeriggio di ieri. Tidiane è stato accompagnato nella struttura, ma la cosa più bella è stata che ha riconosciuto le persone che lo avevano avvicinato in tutti questi giorni e, forse anche lui stremato da questa situazione, si è lasciato convincere che aveva davvero bisogno di un aiuto e le ha seguite, ed è riuscito finalmente a fidarsi.
Nell’intervento realizzato un ulteriore ringraziamento lo devo al personale della Polizia Locale e della Polizia di Stato per la professionalità dimostrata.
Questa volta è stato possibile iniziare un percorso che consentirà di tranquillizzarlo per alcuni giorni e verificare tutto il resto con maggiore calma.
E’ stato iniziato un percorso, appunto, a dimostrazione del fatto che proviamo a non lasciare indietro nessuno.
Siamo all’inizio di un lavoro di equipe (CSM, Servizi Sociali, Forze dell’Ordine) che questa volta voglio assolutamente sottolineare e rimarcare positivamente, del quale non si parla mai, anzi a volte viene attaccato ingiustamente. Il percorso iniziato con Tidiane forse sarà lungo e difficile, ma gli Enti preposti, seppure disponendo di pochi strumenti, sia legislativi che di altro tipo, ma composto da persone cariche di umanità e capaci di impegnarsi oltre quanto gli è dovuto, intanto lo stanno aiutando concretamente e al momento hanno ripristinato la legalità e le regole che anche lo straniero è tenuto a rispettare.
I cittadini monopolitani meritavano assolutamente un chiarimento sugli sviluppi di questa vicenda.
Con l’occasione ribadisco la necessità che i casi di persone in difficoltà vengano rappresentati al Servizio Sociale con forme di rispetto per la privacy, perché siamo aperti sempre al confronto e a conoscere le situazioni di disagio, preferibilmente con segnalazioni concrete e circostanziate.