Monopoli, che fine ha fatto la Rendella?
Riceviamo e riportiamo di seguito, il comunicato sottoscritto da: Circolo Arci “Contrada100”, AltraPolis, Articolo18, Fridays For Future Monopoli, Giovani Democratici Monopoli, Manisporche relativo alla situazione della Biblioteca Comunale Prospero Rendella di Monopoli.
L’emergenza Coronavirus sta abbandonando, lentamente, il nostro paese. IL DPCM del 9 marzo 2020 ha imposto, giustamente, la chiusura di tutti i luoghi del sapere.
Sono passati più di venti giorni da quando, entrati nella fase 2 dell’emergenza, il Governo ha autorizzato la riapertura di alcuni servizi legati alle Biblioteche pubbliche.
Cosa succede alla Rendella? Per quale motivo non viene garantito nemmeno il servizio di prestito librario su prenotazione che in altre realtà è stato riorganizzato da tempo?
La Rendella è un luogo diventato indispensabile per la nostra eterogenea comunità; per gli studenti, che in queste settimane affronteranno gli esami di terza media, di maturità o gli esami universitari, e che avrebbero senz’altro avuto bisogno di accedere alle risorse della nostra Biblioteca civica. Risorse preziose, perché gratuite e quindi accessibili a tutti, senza distinzioni. Indispensabile anche per i bambini, che hanno sofferto più di tutti il distanziamento sociale, e per gli adulti che usufruiscono abitudinariamente del prestito bibliotecario.
È doveroso sottolineare quanto la Rendella rappresenti un luogo di aggregazione e studio fondamentale per la comunità monopolitana. Siamo a conoscenza delle restrizioni legate alle sale lettura su tutto il territorio nazionale e siamo anche consapevoli che la nostra biblioteca, che già in tempi pre-Covid non risultava sufficiente in termini di spazio, non sarebbe in alcun modo adatta ad accogliere, nel rispetto delle norme e del distanziamento sociale, tutti gli utenti che necessitano di uno spazio o di una connessione ad Internet.
Pertanto, chiediamo all’amministrazione di impegnarsi nel cercare una soluzione alternativa per offrire alla città delle postazioni di lettura e studio. Nella vicina Lecce, per esempio, si stanno sperimentando soluzioni alternative; nella centralissima piazza Carducci verrà organizzata una sala lettura all’aperto con tavoli e ombrelloni.
Siamo consapevoli delle difficoltà nate dalla messa in sicurezza di strutture pubbliche che offrono servizi al pubblico, e per questo abbiamo ritenuto opportuno e ragionevole lasciare del tempo all’amministrazione. Ma ora, a venti giorni dall’inizio della Fase 2, pensiamo che sia urgente riattivare quantomeno i servizi bibliotecari essenziali.
Ripartiamo anche dal sapere e dalla cultura.