Un tuffo nel medioevo nelle campagne di Monopoli
Situato all’interno della Lama dell’Assunta, è sicuramente uno dei siti rupestri più articolati e completi della città. Si compone di un numero notevole di grotte, collocate sulle due sponde della lama, delle quali una è stata adibita a luogo di culto. La chiesa rupestre, allocata all’ombra di due maestosi ulivi secolari, presenta un’entrata a triforium, mentre l’interno si caratterizza per la classica divisione tra naos, zona dedicata ai fedeli, e sacro bema, riservato al clero. La divisione si rendeva necessaria nell’ambito di luoghi di culto di rito bizantino in quanto, in tale rito, i fedeli non possono assistere all’ostensione delle Sacre Specie. Il tempio ipogeo è dedicato ai SS. Andrea e Procopio, coppia di santi tipicamente bizantina, mentre l’iscrizione dedicatoria incisa sull’ingresso principale è in lingua latina. Venne impostato e scavato dal maestro costruttore e diacono Giovanni, aiutato dal presbitero Radalberto, suo figlio. La chiesa fu fatta costruire da alcuni nobili proprietari della zona: Giovanni, l’abate Alfano, Pietro e Paolo. Il permesso fu concesso da Pietro, arcivescovo di Bari tra il 1065 e il 1093. La chiesa venne inaugurata il 2 novembre e dedicata a S. Andrea Apostolo e San Procopio Martire.
Si tratta di una chiesa a doppia navata, con iconostasi litoide e doppio transetto, che divide il naos dal bema. Tra gli affreschi troviamo San Giorgio a cavallo, S. Antonio Abate, riconoscibile da una piccola campana, S. Eligio, protettore dei maniscalchi, e i Santi Cosma e Damiano, scene dell’Annunciazione. Deesis e Trinità, Crocifissione, San Leonardo, Madonna in trono tra Santi, SS. Pietro e Paolo, Santa Caterina d’Alessandria. Il villaggio rupestre presenta anche altri ambienti interessanti, quali il frantoio e grotte abitazione. La chiesa è indicata per la prima volta in una bolla pontificia del 1180, con il titolo ridotto di cripta di s. Procopio, mentre l’ultima sua attestazione è del 1451 in un privilegio del re Ferdinando I, e si colloca almeno nei primi decenni di vita in quel lento gioco di forze che, a seguito dello scisma d’oriente, interessò anche l’Italia meridionale, ove l’influenza bizantina era rilevante. Il culto di Procopio di Cesarea è davvero molto, molto interessante ed è certamente legato al movimento crociato che lo riporta da Antiochia e Costantinopoli dove era molto popolare. In precedenza era in voga, in epoca costantiniana, ma quasi esclusivamente in Medioriente .
Cosimo Lamanna
Video di Bruna de Marinis