Conversano, sorgente Montechiaro, Regione cerca gestore
Inutilizzata da anni, nonostante le sue straordinarie proprietà caratteristiche organolettiche. La sorgente di acqua minerale Montechiaro, tra Conversano e Turi, resta da anni inutilizzata nonostante la presenza di una concessione regionale e le analisi dei laboratori di Scienze Chimiche dell’Università di Bari che dimostrano le straordinarie proprietà di questa fonte. Per superare questa empasse, la Regione Puglia-settore attività estrattive ha pubblicato un avviso pubblico volto ad individuare, attraverso manifestazioni d’interesse, un partner privato che gestisca in concessione la sorgente e esegua, eventualmente, in loco anche le attività collegate all’estrazione. La concessione della fonte riguarda un’area estesa su 88 ettari di terreno su un gradino di Murgia tra Conversano e Turi in zona Monteferraro. Rimasta inutilizzata da tempo, la fonte ora può trovare un gestore e questo potrà accadere dopo l’espletamento delle procedure avviate dalla Regione Puglia che prevedono la raccolta delle manifestazioni d’interesse prima dell’avvio delle procedure di appalto. «Il riconoscimento delle acque minerali naturali all’interno della concessione dell’acqua “Montechiaro” – informa la Regione Puglia – ha come ultimo atto il Decreto del Ministero della Sanità del 28 marzo 2013, numero 4103. L’assegnazione della concessione dà diritto esclusivamente alla captazione e all’utilizzo dell’acqua minerale. Al concessionario, aggiudicatario della procedura di gara, viene concessa la titolarità della concessione relativa alle sorgenti di acque minerale e l’autorizzazione allo sfruttamento del giacimento e alla commercializzazione di acque».
Per la città di Conversano, che vanta sul territorio una decina di doline carsiche di acqua dolce riconosciute come Riserva naturale (nella foto il lago di Castiglione) si tratta di una buona notizia: «Per diverse ragioni – spiega Isabella Lippolis, biologa del posto -. La prima riguarda il buono stato dalla falda acquifera nel sottosuolo del vasto agro conversanese. La seconda riguarda il possibile impatto occupazionale che l’estrazione di acque minerali potrà avere sul territorio. La terza è riferita alla conferma della bontà delle acque estratte, dimostrata dai parametri microbiologici, dopo le sospensioni delle estrazioni avvenute negli anni passati». Il riferimento è alle sorgenti presenti nel sottosuolo carsico di Conversano, precisamente nel territorio confinante con Rutigliano e Mola di Bari. Dieci anni fa è accaduto infatti che, sul punto dell’avvio delle attività estrattive, sono scattate le revoche delle autorizzazioni per via della presenza di sostanze inquinanti dovuta all’uso intensivo dei campi di ortofrutta. «Queste pratiche – conclude l’esperta – andrebbero monitorate con maggiore intensità da parte delle autorità sanitarie e forestali perché potenzialmente dannose per l’ambiente e per la falda acquifera che subisce la presenza di nitrati nelle acque sotterranee, fenomeno che seppure di modesta entità come quello rilevato a Conversano a seguito di alcune recenti campagne di monitoraggio, non rende utilizzabile la risorsa idrica a fini estrattivi».