Ilaria Capua: “Vaccino poteva essere pronto in 6 mesi”
Dopo il suo duro intervento al Libro Possibile di Polignano, la scienziata Ilaria Capua, direttrice del One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, è tornata a parlare dell’emergenza coronavirus in occasione di un’intervista pubblicata sul sito dell’Università Bocconi, di cui è membro dell’International Advisory Council. Ilaria Capua, che pochi giorni fa dal festival di Polignano aveva condiviso la sua teoria del “lato positivo”, ha detto: “Il Covid è un grandissimo campanello d’allarme perché ci dice che non siamo in grado di gestire un imprevisto di questo tipo. È la prova provata che questa emergenza va affrontata con punti di vista diversi perché le città sono colpite in maniera diversa. Il virus fa il virus, è tutto ciò che c’è intorno che fa la differenza”. Poi ha aggiunto: “Dobbiamo smetterla di comportarci da invasori e comportarci da guardiani. Al plurale, perché ognuno deve fare il suo pezzettino per affrontare il dopo pandemia”.
Alla domanda sulle nazioni che hanno gestito meglio l’emergenza, l’esperta ha così risposto: “Se la sono cavata meglio alcuni paesi molto piccoli o molto organizzati, come certi paesi Nord-europei e la Nuova Zelanda”. E poi: “Ogni paese è una realtà diversa, perciò fare classifiche su chi ha fatto meglio è pura follia. Abbiamo tutti sbagliato, non è che qualcuno abbia fatto benissimo”.
Ilaria Capua è anche tornata a parlare del rischio di una seconda ondata di coronavirus: “La seconda ondata siamo noi, senza persone il virus non va da nessuna parte. Noi abbiamo appiattito la curva, ma non l’abbiamo azzerata. Ci saranno seconde ondate che potranno fare più o meno danni in base alle condizioni in cui si scatenano. Una previsione, però, non è possibile perché dipende dai comportamenti individuali”.
Interpellata sul “reale tasso di mortalità del Covid“, la Capua ha detto: “I dati, in questi mesi, sono stati generati e raccolti in maniera disomogenea. C’è bisogno di ripulire, riorganizzare e ri-categorizzare i dati per capire quante vite il Covid si sia portato via in Lombardia, Italia ed Europa”.
Infine, sulla collaborazione nella ricerca, Ilaria Capua ha affermato: “C’è stato un certo livello di collaborazione, c’è stata condivisione delle sequenze, ma bisognava organizzarsi prima, organizzare in anticipo un network. Se avessimo già avuto in anticipo una rete organizzata il vaccino sarebbe stato pronto in sei mesi“.