Doppia preferenza: Consiglio sospeso, si cerca l’accordo
Pausa di trenta minuti per trovare un’intesa e consentire che prenda forma l’auspicio di una seduta quanto meno tempestosa possibile, avanzata in mattinata dal presidente Loizzo.
Maggioranza ed opposizioni trattano per abbattere il muro dei 2000 emendamenti e conciliare le differenti posizioni emerse non tanto nel dibattito, quanto dal tenore degli emendamenti “di peso”, una mezza dozzina. E’ il capogruppo di FdI Ignazio Zullo a sgombrare il campo e dichiarare il voto favorevole del proprio gruppo alla doppia preferenza di genere, ma solo a quella, condizionandolo al superamento delle altre modifiche avanzate dalla maggioranza. In cambio ovviamente del ritiro dei 1946 emendamenti a firma Ventola. Zullo sottolinea la validità della legge elettorale vigente, avvalorata dai 12 ricorsi ai quali ha resistito in varie sedi. Anche dall’altra parte del centro destra, quella di FI, con il capogruppo Nino Marmo, giungono segnali di disponibilità con una promessa di astensione che modifica la netta contrarietà alla doppia preferenza che negli anni è sempre stata ribadita. Dal PD il capogruppo Paolo Campo difende scelte ed orientamenti: rigetta l’accusa che gli emendamenti proposti possano rischiare la censura da parte degli organi giurisdizionali e rinforza il concetto della cogenza della rappresentanza di genere con l’inammissibilità della lista che non preveda il rispetto delle proporzioni, emendamento che il PD sottoscrive proprio con il M5S che rivendica la paternità di questo atto di indirizzo con Grazia Di Bari. Dai pentastellati l’ammissione di aver cambiato opinione sul voto di genere, a discapito della capacità, nei fatti, di essere il gruppo con maggiore rappresentanza femminile tra tutti quelli presenti in consiglio e sottolinea questa metamorfosi con la richiesta di rafforzare il principio della rappresentanza di genere passando dall’ammenda pecuniaria alla tagliola della inammissibilità delle liste irrispettose della proporzione.