Monopoli, silenzio elettorale infranto?
«Nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi e le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, nonché la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri o manifesti di propaganda o l’applicazione di striscioni, drappi o impianti luminosi. Nei giorni destinati alla votazione è vietata, altresì, ogni propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali», questo il testo della legge n. 212 del 4 aprile 1956.
Ma a quanto pare la legge è ferma ad un periodo storico in cui le attuali forme di comunicazione non esistevano. Per tal motivo l’Agcom ha stilato delle linee guida specifiche per le piattaforme digitali, come Facebook o Google. Il documento si intitola ‘Disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia fissata per il giorno 26 maggio 2019′, ed è stato redatto anche come misura di contrasto alla disinformazione sul web.
L’Agcom ha preso accordi con le piattaforme online, che si sono impegnate a segnalare eventuali contenuti illeciti, per procedere alla loro rimozione. Per quanto riguarda il silenzio elettorale, “La normativa vigente vieta di fatto ogni forma di propaganda elettorale (in tv e attraverso comizi pubblici) nel giorno del voto e in quello precedente. Sebbene l’Autorità non sia competente a conoscere delle fattispecie di violazione del ‘silenzio elettorale’, ritiene particolarmente importante richiamare l’attenzione su queste disposizioni che si fondano su principi strumentali a garantire una effettiva tutela dell’elettore e, come tali, validi per ogni mezzo di diffusione“.
Ma si tratta soltanto di linee guida e non di una legge. Il compito di vigilare sul rispetto del silenzio elettorale spetta al ministero dell’Interno, nello specifico alla Direzione centrale dei servizi elettorale, che “svolge la funzione di supporto giuridico e tecnico-organizzativo agli uffici elettorali delle prefetture e dei comuni sui procedimenti elettorali, sulla tenuta e revisione delle liste elettorali e in materia di vigilanza sulla propaganda elettorale”.
Allo stato attuale si potrebbe solo confidare in un’etica politica che, a quanto pare, è un’illustre sconosciuta per alcuni candidati e per alcuni loro sostenitori. Per chi ambisce a rappresentare una comunità, il rispetto delle regole del gioco dovrebbe essere un requisito fondamentale.