Conversano, politica in lutto, è morto Peppino Castore
A due settimane dal decesso dell’ex sindaco Domenico Macchia, la politica conversanese è nuovamente in lutto per la scomparsa di Peppino Castore. Settantasette anni, nei primi anni ’90 trasferitosi a Bari dove lavorava (per diversi anni ha diretto la segreteria della Giunta della Regione Puglia e dopo il suo pensionamento ha esercitato la professione di avvocato), Castore è stato tra gli anni ’60, ’70 e ’80 un enfant prodige della politica cattolico-democratica conversanese. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Bari, fervente cattolico, l’avvocato Castore fu eletto segretario della Democrazia Cristiana nel 1964. Aveva appena 20 anni e insieme ad un gruppo di giovani democristiani (tra i quali un giovanissimo Raffaele Piemontese poi eletto in consiglio comunale e in consiglio provinciale), prese il timone della segreteria cittadina negli anni in cui lo scudo crociato conversanese esprimeva il presidente della Provincia (il professor Matteo Fantasia). Peppino Castore verrà ricordato soprattutto per aver dato vita, nel 1969, al primo gruppo Moroteo all’interno della Dc. Erano gli anni in cui l’onorevole Aldo Moro, fautore del primo centrosinistra (Dc-Psi) dopo le elezioni politiche del 1968 prese le distanze dal gruppo doroteo di Fanfani (la Dc non lo sostenne nella formazione del governo nel 1968 e lo isolò politicamente) e fondò un suo gruppo. A Conversano vi aderirono Stefano Trovisi (segretario della Dc), Peppino Castore (divenuto intanto vice segretario), l’avvocato Antonio Loiacono (negli anni successivi nominato sindaco), Giulio Gigante. La nascita della nuova corrente divise la sezione Dc e indebolì politicamente il professor Fantasia che intanto reggeva le sorti politiche e amministrative della Provincia. Nel 1970, Castore fu eletto in consiglio comunale e nel 1971 tornò alla guida del partito. Furono anni di forte contrapposizione tra morotei e dorotei, ma furono anni di importanti risultati amministrativi, riconducibili politicamente al sindaco moroteo Antonio Loiacono (eletto a sorpresa vista l’irreperibilità di Giulio Gigante, in viaggio all’estero) che dal ’70 al ’75, sostenuto da una giunta Dc-Psi, attuò tra le altre cose, il Piano di fabbricazione, la rete del gas metano, alcuni lotti di case popolari, la costruzione della seconda scuola elementare in via Firenze, le palestre del Magistrale e del Liceo Scientifico. Castore, insomma, nel suo ruolo di leader della corrente morotea si rivelò guida politica attenta e dialogante, nonostante la forte avversione dei dorotei di Fantasia successivamente convertitisi sulla via di Damasco ed entrati anch’essi tra i morotei in contrapposizione, però, al giovane Castore. Gli importanti risultati amministrativi gli valsero l’elezione nell’esecutivo regionale del partito e la rielezione in consiglio comunale nel 1975 e nel 1980. Fu vice sindaco dell’onorevole Giuseppe Di Vagno nellla giunta Dc-Psi. Nel 1979, dopo il rapimento e l’assassinio dello statista, fondò il Centro Studi Aldo Moro in via D’Azeglio (nelle vicinanze della scuola elementare Giovanni Falcone) che fu inaugurato dall’onorevole Renato Dell’Andro, allievo e collaboratore di Moro nella Dc e alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari. Trasferitosi intanto a Bari e assunta la direzione della segreteria della Giunta della Regione Puglia, Castore si allontanò dalla politica militante e proseguì il suo impegno culturale e politico all’interno del Centro studi. Ieri, all’età di 77 anni, debilitato da una malattia, l’ex enfant prodige è passato “a miglior vita” lasciando un grande vuoto nel mondo politico conversanese, in particolare in quello che si riconosce nei valori del cattolicesimo democratico. Peppino lascia la moglie Rosa, il figlio Adolfo, sottufficiale dei Carabinieri, la nuora Arbia, l’adorato nipote Giuseppe. I funerali verranno celebrati domani, alle 15,30, nella chiesa del Sacro Cuore.