Monopoli, il ripristino degli arenili tra regolamenti e libera iniziativa
Cosa accade in alcune spiagge monopolitane? Riceviamo e pubblichiamo, a tal proposito, nota del Movimento Manisporche di Monopoli.
Come si evince dalle numerose fotografie postate/condivise sui social media da moltissimi cittadini, sono in atto in questi giorni degli interventi di movimentazione di sedimenti (sabbie) dai fondali marini verso alcune spiagge del litorale monopolitano caratterizzate dall’essere in concessione demaniale a soggetti privati (Cala Corvino, Cala Paradiso, Lido Colonia). Le sabbie vengono dragate dai fondali marini e inviate tramite condotta galleggiante verso i siti oggetto di ripascimento o di manutenzione stagionale tramite ripristino.
Per un Comune costiero è lodevole effettuare il monitoraggio della costa e intervenire nel modo più opportuno laddove i risultati di tale monitoraggio indicano variazioni significative della linea di riva a seguito di mareggiate particolarmente intense. Tuttavia, l’intervento a cui si assiste in questi giorni sembrerebbe rivolto a esclusivo beneficio di alcuni “siti” e ciò sarebbe giustificato soltanto se l’indicazione rinvenisse dal piano di monitoraggio e dai rilievi della linea di riva e del profilo della spiaggia (sia emersa sia sommersa) effettuati prima dell’intervento.
Se quello a cui stiamo assistendo in questi giorni rientra nel progetto di cui si è parlato due anni fa e che ha portato al “ripascimento” di Cala Porta Vecchia nel luglio 2019, è giunto il momento di rendere pubblici i risultati del piano di monitoraggio e dei rilievi che supportano l’intero progetto. Per esempio:
– Cala Porta Vecchia – dobbiamo visionare i rilievi della linea di riva e del profilo della spiaggia prima dell’intervento, dopo l’intervento e a un anno dall’intervento, come previsto dalle linee guida regionali;
– Cala Paradiso – le fotografie dimostrano che il dragaggio viene effettuato da uno specchio acqueo non corrispondente alla spiaggia sommersa del “sito Cala Paradiso” ma al “sito Porto Verde”; l’intervento andava fatto alla spiaggia libera di Porto Verde perché, molto probabilmente, la sabbia prelevata apparteneva alla spiaggia sommersa di Porto Verde e non a quella di Cala Paradiso. L’intervento potrebbe aver alterato l’equilibrio naturale della spiaggia di Porto Verde per andare a modificare artificialmente l’equilibrio della spiaggia di Cala Paradiso. Nei mesi medio-tardo primaverili la dinamica costiera tende a riportare naturalmente i sedimenti verso le spiagge, dunque, i sedimenti dragati artificialmente in questi giorni non saranno più disponibili alla normale dinamica stagionale per il ripascimento naturale di Porto Verde che subirà un deficit di sedimento per la prossima stagione estiva.
Non vorremmo che una lodevole iniziativa a regia comunale, autorizzata dalla Città Metropolitana, diventi il nulla osta per consentire interventi di ripascimento finalizzati soltanto ad aumentare la superficie di alcune spiagge in concessione a privati con la drammatica prospettiva di produrre un deficit di sedimenti nella dinamica stagionale delle spiagge pubbliche. La necessità di interventi di questo tipo può essere dimostrata soltanto con un adeguato piano di monitoraggio che, come recitano le “Linee guida per la manutenzione stagionale delle spiagge” della Regione Puglia, è presupposto fondamentale per la valutazione dell’efficacia degli interventi e della sostenibilità della strategia di manutenzione.
Entrando un po’ più nel merito, vorremmo sapere qual è la procedura tecnico-operativa che si sta seguendo nell’esecuzione di questi interventi. Dando per scontato che la Città Metropolitana di Bari (competente ex art.8, L.R.17/2007) abbia autorizzato ex art.109 D.Lgs.152/2006 uno o più interventi, la documentazione fotografica prodotta dai cittadini induce alcuni dubbi su come le operazioni vengono condotte.
1) Si tratta di “ripascimento” o di “manutenzione stagionale tramite ripristino dell’arenile”;
2) qual è il “sito” oggetto dell’intervento (se si tratta di manutenzione stagionale di ripristino dell’arenile il “sito” viene definito dalle linee guida regionali: art.2, p.to 5);
3) quali sono i volumi di sedimenti da movimentare e la loro ubicazione in relazione a/i “sito/i” individuato/i?
4) quali sono i criteri tecnici e/o le buone pratiche che si stanno seguendo nell’esecuzione dei lavori?
- Linee guida per la manutenzione stagionale delle spiagge della Regione Puglia (ultima versione maggio 2020) con i successivi chiarimenti del Servizio Demanio regionale di ottobre 2020 e aprile 2021?
- Manuale per la movimentazione dei sedimenti marini del MATTM
- Linee guida nazionali per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici (versione 2018)?
- Linee guida per gli studi ambientali connessi alla realizzazione di opere di difesa costiera dell’ISPRA (Manuale 105/2014)?
5) chi è il responsabile del procedimento?
6) chi è il direttore dei lavori?
La titolarità dell’intervento è certamente pubblica, come richiesto dalle norme nazionali e/o dalle linee guida regionali vigenti in materia, pertanto, risulta strano che gli interventi riguardino esclusivamente spiagge in concessione a privati. Il nostro auspicio è che anche tutte le spiagge pubbliche comprese tra quelle in concessione oggetto degli interventi di ripristino siano, nella stessa misura, oggetto di manutenzione stagionale.
Se i privati concessionari demaniali hanno finanziato l’intervento pubblico, tale possibilità è prevista dalle linee guida regionali all’art.3 (Opera pubblica realizzata da privato; D.Lgs. 50/2016, art.20), ma ciò non vuol dire che l’intervento deve sistematicamente escludere le spiagge pubbliche a favore di quelle in concessione a privati.