Mediatore e moderato, il Presidente della Repubblica che vorrei
di NICOLA GIAMPAOLO – In uno Stato basato sulle fondamenta della Repubblica, il Capo dello Stato è l’organo più importante e commette un grave errore chi considera tale figura, come inattiva. I suoi compiti sono tantissimi e fondamentali sulla vita del Paese, ecco perché non serve solo lungimiranza e saggezza. Il prossimo Capo dello Stato, dev’essere un pacificatore, un uomo acculturato che conosca la storia giuridica e politica del Paese, un mediatore e moderato, un luminare e un profeta. Per questo un Paese regge se i propri cittadini sanno ben scegliere il proprio Parlamento.
Ho sempre sostenuto che il voto è sinonimo di intelligenza. Un sindaco, un parlamentare, un governo, un capo dello stato, è l’espressione di un popolo a propria immagine e somiglianza. Certamente sono convinto che le generazioni passate erano molto più acculturate intellettualmente della civiltà odierna, infatti, ci è stata tramandata una nazione sana, frutto del riscatto di un Paese distrutto dal conflitto bellico, che abbiamo trasformato in una società superficiale figlia di un Paese accomodante.
Il Capo dello Stato dev’essere eletto, come impone la Costituzione, da un Parlamento che dovrà far salire al Colle l’uomo più rappresentativo della nazione. In passato c’erano politici capaci, figli di un Paese che ha saputo riscattare la sua storia. Oggi è difficile, in quanto sono morti gli ultimi galantuomini della Repubblica. Avevamo il Giudice Ferdinando Imposimato, Stefano Rodotà, Emilio Colombo e altre straordinarie personalità che sono stati il vanto della nostra Italia nel mondo.
Oggi abbiamo ancora qualche figura politica importante, penso all’ex Ministro al Lavoro Pierluigi Castagnetti, a Luciano Violante, Giuseppe Conte, l’ex Ministro dell’Intero Beppe Pisanu, l’ex Ministro della Giustizia Claudio Martelli, ma anche figure di valore assoluto, come la figlia primogenita di Aldo Moro, la Senatrice Maria Fida Moro.
Il resto ormai è frutto di una politica qualunquista nata da un elettorato espressione di una società disattenta e figlia del consumismo.