Il consigliere comunale di Monopoli, Angelo Papio, scrive una lettera aperta a Fabiano Amati
Il consigliere comunale di Monopoli, Angelo Papio, in una lettera, afferma:
Gentile avv. Amati,
da consigliere comunale di Monopoli e da architetto, consentimi di esternarti pubblicamente ciò che penso da tempo e cioè che sulla questione Piano Casa stai indirizzando molto male le tue indubbie capacità politiche e professionali.
Negli ultimi 8 anni, al cosiddetto Piano Casa, dietro la tua astuta regia, sono state sbracate le maglie con continue proroghe annuali, fino a trasformare una legge straordinaria e temporanea (a partire dal 2009 max 18 mesi), nata per rilanciare solo la piccola edilizia residenziale in una legge urbanistica molto sui generis. Si è “allargata” in ogni direzione, allontanandosi non solo dal testo originale ma dalla legittimità stessa di norma regionale. Non è un caso che il Governo di Roma l’abbia impugnata più volte, e su diversi aspetti, sollevando presso la Corte Costituzionale più motivi di incostituzionalità.
Ora, senza aggrapparsi ai cavilli sugli specifici elementi di incostituzionalità sollevati fino a oggi, sforziamoci di puntare l’attenzione sul focus della vicenda.
L’attuale incostituzionalità della LR 14/09 orbita intorno a due aspetti:
1. Su “indici e parametri urbanistici” (ossia altezze e distanze tra gli edifici) – limitatamente e relativamente ai benefici dovuti alla riqualificazione edilizia e all’efficientamento energetico, nonché al risparmio di suolo derivante dal fatto di operare su edifici esistenti – si può pensare di chiedere allo Stato di chiudere un occhio, ma non è possibile chiedere la stessa cosa per quanto riguarda il soddisfacimento degli “standards urbanistici”(ossia i 18mq/ab, necessari a garantire in ogni quartiere residenziale il verde, gli alberi, le scuole, i parcheggi e gli altri servizi). Sulla quantità minima, prevista dalla norma nazionale, non può essere ammessa alcuna deroga.
2. Allo stesso modo, non è possibile che una legge regionale ordinaria possa consentire il cambio di destinazione urbanistica di un’area, per di più sulla base di un semplice permesso di costruire. Inoltre, la recente L 120/20 consente di variare la destinazione urbanistica di una singola area con il solo voto del Consiglio comunale. Che senso ha insistere per far rientrare in una norma regionale ciò che non compete ai poteri della Regione?
Fabiano Amati, tu che mastichi la giurisprudenza infinitamente meglio di me, queste cose le conosci perfettamente e sai altrettanto bene che la piccola edilizia e il risparmio di suolo sono garantiti dalle norme contenute nella versione originale della LR 14/09 e che oggi hanno trovato spazio nella proposta di legge preparata dagli Uffici regionali e dall’Assessorato competente, non certo nella proposta presentata da te, che reitera tutti gli eccessi dell’attuale legge impugnata dallo Stato e a causa dei quali il Piano Casa pugliese è da anni sotto la lente della Corte Costituzionale.
Perché insisti con mezze parole e mezze verità a voler far credere ai pugliesi che sei il garante del “piatto a tavola” dei piccoli imprenditori edili, mentre ciò che stai in realtà difendendo sono gli interessi speculativi della spregiudicata lobby del mattone?