A Monopoli una via in memoria di Palmina Martinelli
Nel giorno del 41esimo anniversario della morte di Palmina Martinelli, l’Amministrazione Comunale ha scoperto una targa ricordo della 14enne di Fasano (Br) arsa viva nel 1981 per aver rifiutato di prostituirsi.
La via è stata intitolata con ordinanza sindacale. 703 del 25 novembre 2021 in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. Erano state l’Associazione L’Allegra Brigata di Monopoli, l’Associazione Culturale Collettivo Teatro Prisma di Bari e l’Associazione Progetto Donna Odv a proporre l’intitolazione presentando al Comune di Monopoli una raccolta di 252 firme con la quale si chiedeva l’intitolazione di uno spazio pubblico alla ragazzina vittima di una organizzazione criminale. La scelta è ricaduta su una delle nuove strade carrabili realizzate tra via Giacomo Puccini, Via Procaccia e via Ludovico Ariosto.
«Abbiamo scoperto una targa in memoria di Palmina Martinelli, uccisa nel 1981 a 14 anni da chi voleva farla prostituire. Una nuova via da oggi porterà il suo nome a memoria di una ragazzina che ha avuto la forza di dire no e che per questo ha trovato la tragica morte. Nel pomeriggio siamo stati in tanti a renderle omaggio. Ho visto cittadini, associazioni, Forze dell’Ordine, ma soprattutto i parenti di Palmina che da quel 2 dicembre 1981 difendono la memoria di una giovane coraggiosa. Ringrazio tutti coloro che attraverso le associazioni Progetto Donna, L’Allegra Brigata e Collettivo Prisma hanno chiesto all’Amministrazione Comunale l’intitolazione di una pubblica via. Dopo la decisione della Giunta del 2020, l’autorizzazione prefettizia del 2021 e la conseguente mia ordinanza, abbiamo finalmente aperto questa nuova strada che guarda il mare come simbolo di speranza che vicende come queste non possano più ripetersi in futuro», ha dichiarato il Sindaco di Monopoli Angelo Annese.
Alla cerimonia, alla presenza dei parenti della giovane vittima, sono intervenuti il Sindaco di Monopoli Angelo Annese, l’Assessore ai Servizi Sociali Miriam Gentile, i rappresentanti delle tre associazioni che hanno promosso la raccolta di firme (Paolo Morga per L’Allegra Brigata”, Barbara Grilli e Giovanni Gentile per l’Associazione Culturale Collettivo Teatro Prisma e Rita Sarinelli l’Associazione Progetto Donna Odv).
Nell’occasione il Collettivo Teatro Prisma, fondato da Giovanni Gentile (autore e regista) e Barbara Grilli (attrice) ha proposto un estratto della durata di 10 minuti dello spettacolo “Palmina-amara terra mia” dedicato alla triste vicenda della sfortunata Palmina.
È, infine, stata letta una lettera di Nicola Magrone, il pm che condusse la prima inchiesta sulla morte di Palmina Martinelli, e che sostenne l’accusa nel processo, conclusosi con l’assoluzione degli imputati.
«Complimenti al Sindaco e all’amministrazione comunale di Monopoli, agli instancabili Giovanni Gentile e Barbara Grilli e a tutti coloro che hanno collaborato a questa iniziativa, per aver voluto intitolare una via della bellissima città di Monopoli alla piccola Palmina Martinelli, davvero una figura simbolica ormai per il suo coraggio di denuncia e la sua fiducia in coloro che dovevano renderle giustizia. È, questa intitolazione di una via, un atto concreto contro la violenza sulle donne e nella battaglia di civiltà per dare giustizia a Palmina, del quale ringrazio davvero di cuore tutti i protagonisti», ha scritto Magrone. Che ha proseguito: «Bisogna evitare, infatti, che il ricordo di Palmina, e di vere e proprie martiri come lei, diventi retorico perché le loro storie drammatiche sono storie vere, di sofferenza. La figura di Palmina è entrata propriamente e tristemente nella mia vita. Ho raccontato tante volte che spesso ho pensato che avevo fatto male a dar corso alla denuncia di Palmina, soprattutto quando – nella sentenza che chiuse il primo processo per l’omicidio – la Cassazione stabilì che gli imputati non erano colpevoli, non perché non fossero stati loro a compiere l’assassinio ma perché l’omicidio non c’era, si era trattato di un suicidio. Questa sentenza equivalse a stabilire che Palmina – una ragazzina di 14 anni che, con grande coraggio, accusava i suoi aggressori – era una calunniatrice: nessuno le aveva fatto male ma si era data fuoco da sé. Palmina, la vittima, finiva condannata per calunnia e uccisa dunque due volte. Un’ombra indelebile sul sistema giudiziario e sulla sua capacità di rendere giustizia alle persone. Noi, durante le indagini, avevamo accertato tutti gli elementi che Palmina aveva fornito. Ma, intanto, in questi 40 anni passati dall’uccisione di Palmina, è stato anche scientificamente e ampiamente dimostrato che non era possibile che Palmina si fosse suicidata; è anche montata la consapevolezza che non si devono difendere sempre i giudici, pure quando non sono all’altezza del loro compito. E in questo caso non furono all’altezza del loro compito».
«Mi riscalda, dunque, il cuore sapere che anche a Monopoli una strada viene dedicata a Palmina, una piccola grande martire del potere che, come spesso accade, protetto in un intrico di spavalderia, dominio del più forte, cinismo e mistificazione, giustifica la sopraffazione del debole. Anche grazie a questa intitolazione, Palmina, la libera e coraggiosa Palmina, sarà percepita sempre più come squarcio di luce che illumina. Un caro saluto a voi tutti», ha concluso Nicola Magrone