Conversano: Vittorio Farella, Martucci, già ampiamente impattata. paga ancora una volta scotto
Vittorio Farella, presidente dell’associazione “Chiudiamo la discarica Martucci”, in una nota afferma: «E la storia si ripete! Ogni volta che scatta un’emergenza rifiuti la zona già ampiamente devastata di contrada Martucci ne paga le conseguenze. L’ordinanza n. 3 della Regione Puglia la riporta alla ribalta della cronaca per essere destinataria di conferimenti extra ordinem di rifiuti abbancati alla bella e meglio in attesa di trattamento per 4 settimane, quelle sono le dichiarate, poi vedremo.
Eppure l’esordio della stessa ordinanza, richiamando l’art. 177 del D.Lgs. n. 152 /2006, comma 4, rammenta che “I rifiuti sono gestiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente e, in particolare: a) senza determinare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, nonché per la fauna e la flora….” nonché il successivo art. 178, che dispone “La gestione dei rifiuti è effettuata conformemente ai principi di precauzione, di prevenzione, di sostenibilità, di proporzionalità, di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti, ….”. Con questa premessa, in perfetta incoerenza, come si fa ad indicare ancora Martucci?.
Nel segno di situazione eccezionale ed urgente, di necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente viene giustificata ed emessa questa “ordinanza contingibile ed urgente che consente il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti, anche in deroga alle disposizioni vigenti” che penalizza vieppiù la martoriata contrada.
I fatti e la realtà, invece, raccontano di una gravissima criticità della zona, più volte certificata, che ora vede aggiungersi un’ulteriore tegola. Relativamente all’impianto di trattamento meccanico biologico in contrada Martucci si è determinata l’impossibilità di smaltimento del rifiuto RDB (sottovaglio biostabilizzato) prodotto dal trattamento della frazione indifferenziata, presso gli impianti di discarica destinatari, ciò a causa dell’esito negativo della procedura di verifica di conformità della caratterizzazione di base per l’ammissibilità in discarica di tale rifiuto.
Non trovando che una marginale disponibilità presso altri impianti di TMB per la lavorazione di tali rifiuti, provenienti dai Comuni della Città Metropolitana, considerata poi l’esigenza improcrastinabile e urgente di intervenire con un provvedimento straordinario al fine di prevenire gravi criticità del sistema impiantistico regionale, che rischiano di determinare l’interruzione del servizio pubblico essenziale diversi da quelli destinatari di tali rifiuti, eccoci servita la buggeratura.
La Progetto Gestione Bacino Ba 5, gestore degli impianti a Martucci, è stata quindi autorizzata per 4 settimane, in via eccezionale, all’incremento della capacità di stoccaggio dell’RBD prodotto. Questo il tempo considerato strettamente necessario a consentire l’immediata ripresa dell’accettazione dei rifiuti in ingresso.
Tale stoccaggio, che è il prodotto destinato allo smaltimento in discarica, sarà depositato in un’area del piazzale appositamente indicata, con la raccomandazione di provvedere a garantire il mantenimento dell’integrità dell’impermeabilizzazione dell’area individuata per lo stoccaggio nonché di effettuare, presso la stessa area di stoccaggio, ispezioni di autocontrollo, verbalizzate e registrate, con frequenza giornaliera, compresi i giorni festivi e di monitorare l’efficacia del processo di biostabilizzazione nel periodo di validità dell’ordinanza, affidando all’ARPA i relativi controlli.
Ma il vero arcano di tutta questa vicenda risiede in un parere di compatibilità sanitaria dell’operazione, dichiarato via mail in una formulazione quantomeno dubbia, che recita testualmente “non vi sono integrazioni da proporre” all’ordinanza. Ma c’è o no un impatto ambientale negativo e aggiuntivo in una zona già altamente degradata? Domanda ovviamente senza risposta, ma per noi è un sì deciso ed anzi riteniamo che ci siano tutti i motivi e gli estremi per produrre ricorso amministrativo a detta ordinanza».