Gioia del Colle: Peppino Vasco, si è spento ieri sera all’età di 93 anni
Peppino Vasco, si è spento ieri sera, dopo una lunga malattia, all’età di 93 anni. Peppino nacque a Gioia del Colle il 4 giugno 1930, da famiglia poverissima. Da bambino fu “messo alle pecore” in una masseria, dove visse una infanzia dura e sacrificata, e da giovane contadino, iniziò ad affacciarsi alle lotte sindacali che in quel periodo agitavano la comunità gioiese e non solo, per rivendicare pane e dignità a favore della massa dei braccianti colpiti dalla miseria, dalla disoccupazione e dalla fame.
Numerose furono le persecuzione che fu costretto a subire per mano della polizia scelbiana, a causa del ruolo che svolgeva alla testa di quelle lotte; e così, col passare degli anni, si segnalò per il suo coraggio e la sua intelligenza che egli metteva al servizio dei lavoratori, militando nella Cgil e nel Pci.
Per le sue spiccate doti di autodidatta, fu inviato nel 1959 nell’Urss, dove frequentò la scuola quadri del Pcus, nella quale venivano formati i cosiddetti “costruttori di partito”, quei “rivoluzionari di professione” che con il loro impegno precario e malpagato, costituvano l’ossatura organizzativa del più grande partito comunista dell’occidente.
Al suo rientro in Italia, iniziò ad organizzare il partito nella zona del Sud est barese, per poi passare a dirigere la sezione “Ovest” di Bari. Dopo il 1963, quando si crearono le condizioni per inviare un segretario a tempo pieno nella sezione di Gioia, Peppino divenne segretario del Pci di Gioia, avviando un profondo processo di rinnovamento verso le nuove generazioni e verso i ceti produttivi ed intellettuali della città. Nel 1966 passò a dirigere l’Alleanza provinciale dei contadini per poi ritornare a Gioia dove divenne segretario della Camera del lavoro in uno dei periodi più duri delle lotte bracciantili in Puglia. Fu consigliere comunale dal 1967 al 1969 per poi divenire segretario della Federbraccianti Cgil di Bari.
I suoi forti legami con la comunità locale, lo videro impegnato negli anni successivi in una serie di attività e di iniziative, volte al potenziamento del sistema produttivo locale (i caseifici, la cantina sociale, la cooperazione) e al radicamento della cultura popolare attraverso la sua entusiastica partecipazione alle attività del Comitato Banda, della Associazione per la Pace, della Pro Loco e della Storia Patria.