Monopoli, Maria della Madia e il potere evocativo delle immagini
Sono stato combattuto fino all’ultimo momento circa il fatto di scrivere qualcosa o meno, relativamente a quanto accaduto a Monopoli in occasione della Festa dell’Assunta. Se da un lato era dovere della nostra testata giornalistica riportare i comunicati di tutte le parti interessate, al fine di dare giusto spazio a tutti evitando posizioni che potevano sembrare di parte, dall’altro avevo pensato di non ritornare sull’argomento volendo evitare di rovinare con ulteriori polemiche quello che per tutti i monopolitani è davvero un forte momento di identità culturale e non solo religiosa, quello dell’approdo dell’icona di Maria SS. della Madia. Tuttavia una riflessione è più che opportuna, se non doverosa, e la faccio a partire dall’accostamento di due immagini, per cercare di comprendere il perché dell’indignazione dei monopolitani per quello che è accaduto alla Sacra Icona. La potenza delle immagini, il loro essere capaci di imprimersi negli occhi, nella mente, nei ricordi, è qualcosa che il mondo antico conoscenza benissimo e cercava di gestire, ed è proprio sulla potenza delle immagini che bisogna soffermarsi. Sin da piccolo, come tutti i monopolitani, mi è stato raccontato dell’approdo della Madonna della Madia sulle nostre coste, poi crescendo ho avuto la possibilità di approfondire le conoscenze di storia locale, ma soprattutto, come tutti i monopolitani, ho potuto entrare in quello splendido tempio cristiano che è la Basilica Cattedrale, ove tutto parla dell’accoglienza devota dei monopolitani nei confronti di quella sacra icona bizantina, dalle tele del Signorile a quella del Nardelli, per finire a quella del Fato. Nell’immaginario collettivo monopolitano, quanto rappresentato nelle tele, è quanto va fatto quando siamo in presenza dell’icona di Maria, non può essere diversamente ed è per questo che l’indignazione mostrata nei confronti di quella Madonna portata sul carro-attrezzi non solo è comprensibile, ma addirittura logica. Quella foto ha tradito quanto si attende inconsciamente ognuno di noi quando si parla dell’approdo della Madonna della Madia. Non è cosa da poco: le immagini hanno un potere molto più forte di quanto una persona consapevole di questa forza possa realmente aspettarsi. Siamo assuefatti alla vista di immagini attraverso video, foto e simili: sono il quadro della nostra giornata che è la cornice. Quindi, abituati, non ci accorgiamo di quanto ci influenzino. Sebbene razionalmente non ne abbiamo consapevolezza piena, emotivamente non ci sfugge nulla. Da oggi nell’immaginario collettivo sarà presente un tassello in più, a fianco del Nardelli, del Fato, del Signorile, ci sarà quel carro-attrezzi, purtroppo, e non basteranno bande musicali, luminarie e fuochi d’artificio a cancellarli. Tanto scritto da monopolitano legato alla Madonna della Madia e ai suoi tanti significati, al di là delle tante considerazioni politiche che si potrebbero aggiungere, ma che non mi pare il caso di tirare fuori in questa sede.
Cosimo Lamanna